Voi la conoscete come Sogni d’amore o Telenovela piemontese? In entrambi i casi, senz’altro è merito della Gialappa’s Band e di Mai dire TV.

di Paolo Merenda

Alcuni programmi arrivano al successo, dopo anni di oblio, grazie a un episodio fortuito. È il caso di Sogni d’amore, resa talmente famosa dalla Gialappa’s Band da essere ormai conosciuta come Telenovela piemontese. Ma cos’è?

La Gialappa’s Band, tra il 1991 e il 1993, diede vita fu Mai dire tv, un raccoglitore degli episodi più assurdi e folli della televisione di quel periodo. Un ruolo importante andò presto a Sogni d’amore, che è ormai conosciuta ai più come Telenovela piemontese. Trasmessa sulla emittente locale Rete 3 Manila, aveva buchi di trama, doti recitative non alla DiCaprio, diciamo così, scelte di regia discutibili. Insomma, un coacervo di errori che Carlo Taranto, Marco Santin e Giorgio Gherarducci non potevano certo lasciarsi scappare.

E così i tre, con la voce fuoricampo, commentavano la storia del protagonista, nella prima puntata promesso sposo di una ragazza, nella seconda promesso sposo di un’altra (ma solo per un recasting selvaggio, in realtà la primissima puntata non venne più citata), poi sofferente perché la moglie lo tradiva, salvo tradirla a sua volta nell’arco di una puntata, e così via. La cosa che al tempo mi faceva parecchio ridere (adesso, alla centesima visione su YouTube invece… No, mi fa ridere uguale) era il comportamento schizofrenico di alcuni personaggi, unito a un accento piemontese marcato.

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L’idea originale, l’amore tra due giovani su un substrato di corna e tentazioni, faceva molto Beautiful, a cui si può dire di tutto tranne che non sia un’idea vincente. Peccato che a un certo punto prese una deriva tutta sua solo per creare colpi di scena, fin quando addirittura venne chiamato un altro volto noto di Mai dire tv, il Mago Gabriel. Fu una scelta precisa: il Mago Gabriel era un habitué dell’emittente, tra incontri con folletti, oroscopo alimentare e consigli vari.

Con l’interruzione di Mai dire tv, non si è più saputo come è andata a finire, ma due o tre termini e modi di dire sono rimasti nell’immaginario collettivo. E se non l’avete mai vista, siete dei gran mascalzoni, dei baluba, e non meritate che il padre della vostra promessa sposa vi porti a peripatetiche per vedere se sarete uomini una volta raggiunto il talamo nuziale.

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