Riflessioni in musica di Luigi Mariano. Esce il suo terzo album di inediti “Mondo acido” con l’etichetta Esordisco.
Conservando il suo stile sempre in bilico tra riflessioni intimiste e sguardo più ampio rivolto al quotidiano, Luigi Mariano traccia un percorso che attraversa le relazioni e le condizioni individuali che restano fortemente in tensione, salvo poi trovare una loro via di sfogo.
L’album è dedicato simbolicamente a Pierre Ruiz, fondatore dell’etichetta Esordisco. In studio con Mariano le chitarre di Alberto Lombardi e Paolo Giovenchi, Alessandro Valle alla pedal steel guitar e mandolino, Primiano Di Biase al piano, fisarmonica, hammond e tastiere, Simone “Federicuccio” Talone alla batteria e percussioni, Guerino Rondolone al basso e contrabbasso elettrico, Anna Fondi ai cori.
Di Biase ha curato anche la direzione del quartetto d’archi composto da Matteo Sperandio, Daniel Mykola Myskiv, Roberta Palmigiani e Fabrizia Pandimiglio. La tracklist comprende i brani Mondo acido, Vita rasoterra, Rifiorirai, Odissea degli elementi, Errori di grammatica, Sotto sale che è un duetto con Tony Bungaro, Il figlio perfetto, Piccolo valzer in blu, Cara routine, Inverno 2063.
Mariano, come nasce il disco?
«”Mondo acido” nasce dai due dischi precedenti: c’è sempre un passato che condiziona quello che si fa, anche se poi si cerca di fare qualcosa di nuovo. Il disco nasce dalla mia esigenza di scrivere canzoni ed esprimere emozioni, a 6 anni dal lavoro precedente. Questo disco ha sì radici nei dischi precedenti, ma al tempo stesso c’è qualcosa di diverso a partire dal cambio dell’arrangiatore. Prima c’era Alberto Lombardi, che ora è nuovamente produttore artistico del disco, oggi Primiano Di Biase».
Da dove viene il titolo?
«È quello della title track. Mi sono accorto che viviamo in un “mondo acido”: ci sono aspetti delle relazioni umane che lasciano un po’ di amarezza, ma, essendo un ottimista, non volevo che questo titolo rappresentasse qualcosa di negativo. Così abbiamo pensato di compensare con l’immagine di copertina in cui sono seduto su un vasetto di yogurt. Lo yogurt sarà anche acido ma è gustoso, è giusto rappresentare la vita nel suo complesso».
Come nasce il duetto con Tony Bungaro?
«Nasce da un’amicizia iniziata dieci anni fa, quando è sorta l’etichetta Esordisco: siamo venuti in contatto grazie al compianto Pierre Ruiz. Nel brano “Sotto sale”, si parla di Brindisi, città di Bungaro in cui ha vissuto mia madre, nel quartiere del Casale».
Ci sono tantissimi suoni, con tantissimi strumenti musicali nel disco.
«L’arrangiatore è un grandissimo musicista e suoniamo insieme spesso dal vivo, lui ha un livello altissimo e ha scelto un arrangiamento abbastanza vario rispettando, i suoi gusti e la mia volontà. Non amo la noia e mi piace che le canzoni si concentrino su diversi aspetti musicali».
Ci sarà un tour con tappe salentine?
«Cercherò di essere in tutta Italia ma ci sono tappe salentine in via di definizione».
Come ha vissuto da musicista questi due anni di pandemia? Come è tornare a esibirsi dal vivo?
«Ho un carattere positivo e in questo periodo mi sono dedicato ad altre passioni come la lettura e la scrittura – sto scrivendo un diario dei miei 21 anni romani, ma non so quando lo finirò. Quello della pandemia è stato un periodo molto sofferto soprattutto per noi musicisti, che nel nostro lavoro abbiamo bisogno del lato umano. Ma avevo fiducia che tutto sarebbe finito: sono felicissimo, non provavo la sensazione del palco da troppo tempo».