Chiara Ferragni e Fedez, Rosa Chemical, Gianluca Grignani e gli altri: forse non sarà un Sanremo memorabile, ma comunque è molto piacevole.
Che poi è quello che deve fare il Festival di Sanremo: essere gradevole. Probabilmente questo è l’anno con le polemiche più assurde a mia memoria (anche se quello in cui i Placebo s’incazzarono non scherzava).
Sto partecipando al Fantasanremo e dopo una serata iniziale d’entusiasmo sto facendo abbastanza schifo. Ma alla fine ok. Sabato mi godrò la finale come al solito: ho una bottiglia speciale di Syrah da parte e devo cercare dei porcini per farci il sugo e condire un formato molto speciale di pasta Cavalieri (sono delle lunghissime mega sagne ricce).
Ci sono molte cose che mi sono piaciute finora di questo Festival di Sanremo: aspettavo tantissimo Gianluca Grignani (e poi nel tondo lì di presentazione gli hanno messo la foto della prima comunione, ma va be’) e mi sembra che le sue esibizioni siano state emozionanti non solo per me. Ho scoperto Rosa Chemical e tanti altri artisti, soprattutto giovani come Mr. Rain, ed è interessante vedere che non ci sono solo i Maneskin in Italia a rappresentare la nuova generazione di cantanti e musicisti. Poi, chiaramente, da fan dei Maneskin, ieri ho guardato avidamente la loro esibizione con Tom Morello: questi ragazzi sono davvero speciali.
Vorrei spendere però delle parole in particolare per Chiara Ferragni e Fedez, forse due tra i personaggi più amati e odiati in Italia. Non me ne frega niente dei vestiti a marchio Ferragni, né delle canzoni di Fedez perché entrambi non sono il mio genere. Però io questi due li stimo davvero. Sono persone/personaggi (eh, mica li conosco personalmente) dalle grandi qualità, che chiaramente ogni tanto commettono qualche scivolone – provateci voi a non farlo sotto la pressione mediatica che vivono loro.
A Sanremo, in relazione a Chiara e Fedez, però, mi è sembrato che tutto fosse perfetto. Una delle critiche mosse più spesso a Chiara è che lei esca dal suo “orticello”, dalle argomentazioni legale al suo lavoro (so che è difficile capire l’ironia, ma deve essere davvero brutto in effetti quando lei e il marito donano un sacco di soldi alla sanità pubblica). Stavolta Chiara è stata Chiara, autentica al 100%. Forse non ha detto cose profondissime, ma ha detto cose giuste, vere. È stato bello vedere uno squarcio di lei, forse edulcorato, perfezionato, ma c’era davvero qualcosa di lei nel suo monologo, più di qualcosa (che poi chiariamo, è un’influencer, mica Jane Austen, dobbiamo sempre collocare tutto nella giusta prospettiva). È stata gentile, divertente, spassosa nell’interagire con Amadeus e Gianni Morandi. Ha detto delle cose seriamente. E io mi sono rivista in lei, quando ha detto che dopo un figlio tutti ti vedono come madre e basta. Quando qualche volta ho reclamato il mio bisogno di pensare a mio figlio, mi sono sentita rispondere: «Brava, vai a fare le ‘cose da mamma’» oppure «Devi pensare a tuo figlio», quando mi sarebbe bastato un ok, un’attestazione di comprensione.
Mi è piaciuto davvero molto Fedez. Fare una denuncia del genere in prima serata su Rai 1 richiede tanto coraggio (lui tra l’altro è uno dei profili inclusi nel “nostro” libro, nel senso che ce l’ho in libreria, sui bambini coraggiosi). Chiaramente dopo che Fedez ha cantato si è ripartiti con la solita solfa: ma questi cantanti perché fanno politica? Stessa cosa con Paola Egonu, campionessa di pallavolo, che ha raccontato la sua Italia, la nostra Italia.
Il punto è questo: non possiamo pensare mettere un bavaglio alle persone quando dicono cose che non ci piacciono. Fedez ed Egonu non sono solo liberi di esprimersi, proprio come dice la Costituzione, ma ognuno di noi, ogni giorno, regala sui social network pensieri che forse dovrebbero essere relegati alla propria mente. Però sono mr e mrs nessuno e nessuno nota la cosa, a meno che non appaia nella feed di qualcuno che storce il naso.
Io credo che abbiamo bisogno di esempi positivi. Chiara Ferragni e Fedez lo sono. Paola Egonu lo è. Grignani, Rosa Chemical e tanti altri artisti sul palco lo sono, anche se Grignani credo stia venendo trattato con eccessivo paternalismo dal pubblico: cavolo, lui è un rocker (e oggi non vedo l’ora di risentire Destinazione Paradiso)! Gianni Morandi è forse uno dei personaggi più positivi che abbiamo in Italia e quest’anno sto apprezzando anche Amadeus sotto questo profilo: mi sembra più “morbido”, accomodante, e altrimenti non potrebbe essere, data l’esperienza che ha maturato sul palco dell’Ariston (spero conduca anche l’anno prossimo). Facciamo tesoro di questo Sanremo 2023. Forse, come ho detto, non sarà indimenticabile, ma incarna quel «saremo tutti migliori» che ci auguravamo prima della pandemia e poi non è accaduto.