Catherine E. Coulson e Luke Perry: quando la fiction supera la realtà. (Spoiler alert: questo articolo contiene spoiler a iosa su Twin Peaks e Riverdale).

Nel 2017 ho provato un grande dolore. Stavo guardando la parte 15 di Twin Peaks e allora è andata in scena la morte. Non una morte finta, una morte vera. Nella terza stagione di Twin Peaks, abbiamo visto alcuni attori scomparsi in passato, da Frank Silva (BOB) a Jack Nance (Pete Martell) solo per citarne un paio. Prodigi della computer grafica – neppure troppo tecnologica, mi risulta ma potrei sbagliarmi, per volontà dello stesso David Lynch – per cui noi fan ci siamo commossi profondamente. Quegli attori erano scomparsi da tempo, ma c’è stata un’attrice che ha perso la vita durante la realizzazione della serie evento.

Si tratta di Catherine E. Coulson (Margaret Lanterman, alias la Signora Ceppo, the Log Lady). Lynch ce l’ha fatta vedere malata, fragile e bellissima ancora una volta, restituendola così all’eternità. Coulson ha portato in scena la sua morte, che è avvenuta di fatto nel settembre 2017 e a noi spettatori è capitato qualcosa di molto strano: noi lo sapevamo che era morta, ma quando nel telefilm lei dice al telefono: «Hawk, I’m dying» («Hawk, sto morendo») abbiamo avuto un colpo al cuore. Dico abbiamo, perché credo che non sia stata la sola a provare questo. La fiction e la realtà non sono state mai così vicine e questa è una delle ragioni per cui Lynch ha cambiato (ancora una volta) la storia della televisione e lo ha fatto per sempre.

Se siete appassionati di serie tv, ricorderete certamente che nei decenni ci sono state puntate di serie televisive dedicate a persone scomparse, sia nel cast che nella crew. Quando è venuto a mancare un membro del cast, è stato semplicemente “fatto fuori”, cioè il personaggio è stato eliminato dal telefilm oppure semplicemente veniva detto che fosse partito o morto. In alcuni casi potrebbe essere anche stato effettuato un recast. Diciamo che però la morte, quella vera, non ha sfiorato la fiction se non all’interno di un riquadro nero a fine puntata, prima dei titoli di coda.

In queste settimane, negli Usa come in Italia, abbiamo visto qualcosa di commovente e significativo ma un po’ diverso da quello che è accaduto in Twin Peaks. Nella prima puntata della quarta stagione di Riverdale, è stata messa in scena la morte di Fred Andrews, il personaggio interpretato da Luke Perry. Si è trattata di un’occasione fictional e al tempo stesso reale. Ora vi spiego.

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In Riverdale, a un certo punto, il personaggio di Perry non si vede più. Viene detto allo spettatore che va fuori città e l’ex moglie va a stare con il figlio. Poi arriva la notizia di un incidente stradale: nessun mistero, nessun complotto – di cui la serie è ricchissima – solo un banale incidente stradale. Perry si vede a un certo punto in alcuni flashback – con tutta probabilità spezzoni di vecchi episodi. Poi la svolta. Sul luogo dell’incidente, dove si sono recati il figlio di Fred con gli amici, arriva la donna cui Fred Andrews ha salvato la vita. 

Noi non vediamo la morte che sta per arrivare in scena, e che alla fine è giunta come fu per Catherine E. Coulson. Vediamo una guest star che piange in scena. Il nome di questa guest star è significativo nel caso di Riverdale, perché è Shannen Doherty, co-star con Luke Perry in Beverly Hills 90210. La commozione è tanta, le lacrime arrivano agli occhi in breve tempo. Succede per una ragione semplicissima: le lacrime di Doherty sono reali, sono vere. Sono per un amico che non c’è più. Per cui lo spettatore piange non la perdita di Perry (che è stata una tragedia ovviamente), ma si immedesima soprattutto nel dolore di Doherty.

Si tratta quindi di due modi differenti di approcciare la morte, quello di Twin Peaks e quello di Riverdale. Con una cosa in comune: ho pianto entrambe le volte. Parecchio.

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