Hbo Max sospende dal suo catalogo (non si sa se a tempo determinato) il film Via col vento, per via del modo in cui gli africani vengono dipinti: una riflessione sull’argomento.

Ci sono alcuni fatti. Via col vento è un capolavoro. È un film che ha fatto scuola dal punto di vista tecnico e attoriale. È un kolossal, cioè è come una saga familiare racchiusa tutta in una pellicola di circa 4 ore, quando ancora non esistevano i sequel e le storie spezzettate per spezzettare le palle agli spettatori paganti. È un film razzista. Sì, avete letto bene, lo è. È un film razzista perché parla di un periodo profondamente razzista ed è stato girato in un altro periodo in cui l’integrazione non era neppure nei sogni di Martin Luther King (che in effetti aveva 10 anni quando uscì questo film).

Dire però che un film è razzista è una giustificazione per dire: rimuovetelo dal catalogo di una piattaforma o di un canale? Sì e no. Sì, solo se la rimozione è a tempo determinato, come ho letto oggi. Sostanzialmente il film, quando tornerà sulla piattaforma, sarà accompagnato da un approfondimento storico sul periodo cui la pellicola fa riferimento. Sicuramente ci sono persone che non ne hanno bisogno, ma credo che ce ne siano molte altre che dovrebbero beneficiare di questo approfondimento, per vedere e capire davvero Via col vento.

Non è un film facile da capire. Non solo perché girato e ambientato in due epoche molto lontane da noi, ma anche perché contiene una serie di storyline che contribuiscono a un quadro completo e corale. Certo, se come me vivete per guardare film o serie tv, anche senza leggere dei libri di storia, ci sono delle opere di fiction che possono aiutarvi a capire meglio. Una di queste opere è sicuramente Django Unchained di Quentin Tarantino, che ripropone un personaggio di Via col vento mostrandone il lato negativo, quello dello «schiavo di casa», ossia l’africano che godeva di una posizione più elevata degli altri schiavi e parteggiava per il padrone pendendo dalle sue labbra. «Padrone, abbiamo fame? Abbiamo freddo? Abbiamo, capite» diceva Malcolm X per bocca di Denzel Washington nel biopic diretto da Spike Lee, per spiegare agli afroamericani questa figura tanto peculiare del periodo dello schiavismo. I film di Spike Lee sono altrettanto importanti a spiegarvi cosa significhi la storia degli afroamericani, soprattutto Bamboozled, introdotto dal brano di Stevie Wonder Misrepresented People.

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Sì, decisamente gli afroamericani sono da sempre «persone malrappresentate». A questo proposito, vi abbiamo raccontato di alcune vicende spiegate nella miniserie Hollywood. Una parte delle storie di questa miniserie sono inventate anche se ispirate a storie vere. La questione della prima attrice afroamericana a vincere un Oscar da protagonista con un personaggio che non fosse una domestica non accadde proprio in quei termini, per esempio. Sicuramente però è vero che in quella notte degli Oscar 1940 la festa di Hattie McDaniel – che era Mami in Via col vento – fu oscurata dalla segregazione razziale.

Dire quindi che Via col vento sia un film innocente non è neppure del tutto esatto: la pellicola fu uno specchio dei tempi che non erano cambiati nonostante fossero passati circa ottanta anni dalle vicende descritte nella trama. Come per ogni prodotto culturale, Via col vento va maneggiato con cura – tanto più che le scene con gli schiavi africani non sono le sole, per usare un eufemismo, “complicate”. Maneggiato con cura però non vuol dire né censurato né rimosso, ma è importante, per dirla con Gramsci, che le masse siano istruite: se si danno alle persone i mezzi per comprendere questo film e apprezzarlo come opera in sé (e non come apologia dello schiavismo), forse i tempi cambieranno davvero.

Se volete vederlo o rivederlo, Via col vento è saldamente nel catalogo italiano di Netflix.

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