Con il più vasto centro medievale d’Europa, Viterbo è un centro in cui è facile lasciarsi rapire dalla bellezza.
di Paolo Merenda
A poca distanza da molti centri interessanti sorge Viterbo, una città assolutamente da visitare per gli amanti del relax e dei centri medievali: all’interno delle mura storiche, si trova appunto qui il centro medievale più grande d’Europa, e uno dei meglio tenuti. Non a caso è conosciuta anche come “la città dei Papi”, perché sede pontificia e di diversi concili, tra cui il più famoso in assoluto, l’elezione papale del 1268-1271, considerato ormai la prima Conclave. Data la difficoltà per decidersi sul nuovo Papa, il popolo viterbese insorse e i cardinali furono chiusi nel palazzo dei papi, infine venne addirittura scoperchiato, abbattendo il tetto, per costringerli a una decisione che sembrava proprio non voler arrivare.
Ci sono stato diverse volte, e vi consiglio in particolare di affittare per qualche giorno un b&b nel centro storico, a un prezzo nemmeno troppo alto considerando la bellezza che ti circonda appena si mette un piede fuori dal b&b stesso. Questo perché la posizione di Viterbo è strategica per passare una giornata intera in posticini incantevoli poco distanti, come Bomarzo col suo parco dei mostri o Civita di Bagnoregio, e potendo tornare con calma alla base viterbese, tra quelle mura che hanno difeso la popolazione per più di mille anni.
Ovviamente un giro all’interno delle mura è davvero d’obbligo, e in tal caso va segnalato il già citato palazzo dei papi, o la chiesa di San Silvestro. Un episodio del 1271 la pone di fatto nella storia, ma l’interno varrebbe la pena di essere visitato comunque. Nel 1271, l’episodio è stato un omicidio avvenuto quasi sull’altare, del principe Enrico di Cornovaglia. Quest’ultimo, già braccato dai suoi assassini, cercò di difendersi in una chiesa, poi direttamente sull’altare, ma non bastò a fermare la mano armata degli inseguitori.
Di episodi storici come questo Viterbo è piena, è una città assolutamente viva fuori e dentro le mura. E anche nel sottosuolo, a dirla tutta, con una parte sotterranea a cui si accede dalla piazza della Morte. Nome un po’ lugubre, ma ovviamente anche qui c’è un’interessante storia dietro. Non ve le narro tutte, la città è lì: visitatela e chiedete alle guide. Del sottosuolo però va detto che è talmente ben costruito che è stato usato ancora durante la Seconda Guerra Mondiale, come rifugio in caso di bombardamenti.
Poco fuori le mura, un piccolo giretto lo merita anche il Bullicame, e per i più attenti a cui il nome non è nuovo, posso solo dire che è stato citato nella Divina Commedia di Dante Alighieri. E se ha colpito il Vate, il padre della lingua italiana, direi che una possibilità andrebbe data a una delle sorgenti di acque sulfuree più famose al mondo.
Un capitolo a parte va assolutamente dedicato al cibo. Viterbo è situato a una distanza da Roma e da Firenze tale da averne subìto gli influssi enogastronomici, e lo stesso si può dire dei monti su cui la cacciagione ha dato vita a piatti prelibati. L’amatriciana, la pasta cacio e pepe, un cinghialetto o altri animali da cacciagione, tutto è caratteristico una volta seduti a tavola. E proprio perché è uno dei luoghi adatti a una cucina, se così vogliamo chiamarla, fusion, ha formato, oltre che la buona cucina stessa, ottimi locali e bravissimi cuochi.
Il periodo giusto per andarci? Segnatevi la data, 3 settembre: è il giorno della processione della Macchina di Santa Rosa, una struttura di 30 metri per 52 quintali portata a braccia per gli stretti vicoli del centro storico, che richiama un foltissimo numero di turisti. Però se volete affittare un b&b o una stanza d’albergo in quei giorni, prenotate prima. Molto prima.