Uno dei capisaldi della letteratura mondiale, un libro che si deve leggere almeno una volta nella vita.
di Paolo Merenda
Joseph Conrad, prolifico autore di origine polacca, ma naturalizzato britannico, e vissuto a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, ha dato alle stampe davvero molte opere, ma il suo capolavoro resta Cuore di tenebra, del 1899. Nel libro, tutto si svolge attorno a due figure chiave: il navigatore Marlow che, come un vecchio lupo di mare, narra una storia accadutagli anni prima, e il misterioso commerciante d’avorio Kurtz, il personaggio che permea tutte le pagine, anche se si palesa soltanto nel significativo finale.
Le vicende, descritte attraverso la tecnica di una storia nella storia, vertono su un viaggio nel Congo, in cui a Marlow era stato commissionato di acquistare avorio. Nonostante i suoi tentativi, tutti gli dicono di rivolgersi al fantomatico Kurtz, l’unico che può dare l’autorizzazione (e procurare) il prezioso materiale. Da qui, la necessità di raggiungerlo e parlargli. Pian piano, l’acquisto d’avorio diventa secondario, mentre la vera missione di Marlow è raggiungerlo, affascinato dalla figura che gli viene descritta dagli indigeni.
Cuore di tenebra è innanzitutto una critica al colonialismo e a come si faccia un utilizzo sfrenato delle risorse che offre la natura, con conseguenze, come vediamo oggi, disastrose. Il suo è un viaggio metaforico oltre che reale, e alcuni particolari inseriti al momento giusto sono il punto esclamativo sulla denuncia continua di Joseph Conrad. Il popolo africano che viene pagato con dei fili d’ottone (manca la proverbiale sveglia al collo e l’acquisto di oro in cambio di chincaglierie senza valore, ma provenienti da un mondo più evoluto e visti quasi come oggetti alieni dagli indigeni) fa il paio con il modo in cui Kurtz tratta la manovalanza, ma ciononostante è lui il vero idolo da venerare.
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Kurtz è il colonizzatore definitivo, ma paradossalmente Marlow lo è ancora di più, sia perché pronto ad acquistare a sua volta sia per come viene visto dalla popolazione locale. Ma Kurtz è anche il simbolo di un’ignoranza che diventa forza e si nutre con leggende e dicerie: deve nascondersi, per mantenere l’aura di semidivinità, tanto che l’incontro tra Marlow e Kurtz ne disinnesca la forza. Lo fa con un abile espediente narrativo: Kurtz è molto malato, è morente, tanto che Marlow, che pure riesce a convincerlo ad andare via con lui in cerca di cure, lo vede spirare sulla nave durante il viaggio di ritorno. È la fine di un’epoca? Ovviamente no, ci sarà un nuovo colonizzatore che offrirà metalli di scarso valore a un popolo che non conosce il progresso e ne verrà sopraffatto nuovamente, per far ricominciare il ciclo.
Una curiosità sul libro. Miscela la fantasia dell’autore a lunghi brani reali: Kurtz, Marlow, il viaggio lungo il fiume Congo, sono tutte cose che Conrad aveva fatto nel 1890. Magari unendo la negatività di più persone reali per creare un personaggio che potesse funzionare, ma la base di verità è indubbia. In ogni caso, è ancora più terrificante vista in quest’ottica.
Francis Ford Coppola, in un altro parto straordinario della mente umana, il film Apocalypse Now, riprende la missione alla ricerca di Kurtz, di cui non cambia nemmeno il nome, ma sposta la narrazione dall’Africa al Vietnam. Nella pellicola, quest’ultimo è un ex colonnello che deve essere ucciso, ma il contorno è molto fedele al libro di Conrad. Se Marlon Brando dà il volto a Kurtz (con inquadrature scelte dallo stesso attore per non mostrare quanto si fosse ingrossato, per difendere il suo passato da sex symbol), nello stesso film troviamo Martin Sheen, Robert Duvall e Harrison Ford. La scelta giusta per valorizzare una pellicola di questa importanza.