Le cancellazioni ci fanno male, soprattutto se sono legate a tragiche situazioni contingenti: tra le ultime di Netflix ce n’è una che fa particolarmente male.
Netflix ha cancellato I’m Not Okay with This. All’inizio ho pensato/temuto che fosse una questione di ascolti, così come per Le terrificanti avventure di Sabrina e soprattutto The OA. Poi ho letto qualcosa in giro e mi è balenata un’idea ancora peggiore. In pratica, la cancellazione di I’m Not Okay with This non ha a che fare con gli ascolti: se ancora non l’avete vista, correte a guardarla perché è una serie fantastica con protagonisti due attori che erano nel cast di It e che è lontanamente ispirata a Carrie.
La scelta della cancellazione di questo telefilm fantastico, la cui sceneggiatura della seconda stagione era già pronta, è dovuta all’epidemia di coronavirus. In questi giorni, in Europa, stiamo temendo – come la peste, è il caso di dirlo – una seconda ondata di contagi, ma dobbiamo ricordare che negli Stati Uniti moltissimi set sono stati chiusi e che lì l’epidemia è stata particolarmente assassina (forse anche per via del negazionismo diffuso, che di tanto in tanto rischia di lambire in maniera massiva anche l’Europa). In pratica, Netflix si è detta: non riusciamo a dare una data di rilascio per la seconda stagione di I’m Not Okay with This e quindi cancelliamo. Va da sé che questa scelta è preoccupante non tanto per noi spettatori, perché ce ne faremo una ragione, quando per il comparto produttivo. E resta un interrogativo: non si poteva semplicemente attendere, anche senza data certa di rilascio?
Nei giorni del lockdown discutevo dell’argomento con un amico che è fuori Italia e stava lavorando su una grossa e importante serie televisiva. Mi raccontava di quanto, contrariamente ai timori pre-lockdown, si fosse trovato bene e di come, molto probabilmente, tutto quello che sta accadendo cambierà il modo di realizzare film e telefilm. Però forse boh, non siamo ancora pronti. Finiamo però per credere che I’m Not Okay with This non sarà l’unica vittima del problema.
Provo a cercare di capire cosa significhi cancellare una serie nell’impossibilità di dare una data precisa di rilascio. Anche se I’m Not Okay with This è un telefilm intelligente e colto, è un teen drama. Questo significa che è interpretato da attori giovani (anche se magari più grandi dell’età mostrata sullo schermo), il tempo passa e quegli attori potrebbero smettere di apparire degli adolescenti. Non tutti hanno la fortuna di essere come Michael J. Fox e di essere da sempre e per sempre senza età, nonostante gli ovvi e noti problemi di salute.
Quello che mi chiedo è se la scure della cancellazione per ragioni contingenti (quelle del coronavirus o, in futuro, altre) si potrebbe abbattere su altre serie, come The End of the F***ing World o Stranger Things. Ma, in generale, credo che questo comparto creativo-economico debba trovare altre strade. Certo, molte scene saranno davvero complicate da girare e potrebbero innescarsi complessi meccanismi tra gli attori più che tra il personale tecnico (tamponi e quarantene, laddove non ci potesse essere il distanziamento sociale, cosa che in effetti allungherebbe moltissimo i tempi di realizzazione). Restiamo a guardare alla finestra: è inutile, di fronte a una tale tragedia, fare del benaltrismo, ma i morti per coronavirus sono davvero tanti. E se fosse anche uno solo, sarebbe comunque uno di troppo.