Pippo Franco ha rappresentato una bella fetta del cabaret italiano: è indimenticabile il suo brano Che fico.
di Paolo Merenda
È difficile, se non impossibile, descrivere in poche parole la figura di Pippo Franco. Attore, cabarettista, sceneggiatore, attivo in campo teatrale, scrittore, cantante e molto altro. E oggi che festeggia 80 anni tondi, vogliamo parlare di una sua canzone che ciclicamente torna in auge come fenomeno social, Che fico.
È solo un piccolo esempio di quello che ha fatto per il mondo dell’intrattenimento, basti pensare alla sua carriera di attore: il primo film, Appuntamento a Ischia di Mario Mattoli, del 1960 (quando cioè aveva appena 20 anni), e quello più recente, Nemici, di Milo Vallone, 2020, distano l’enormità di 60 anni. Ci sono attori che hanno lasciato un segno imperituro nemmeno hanno vissuto (purtroppo) 60 anni, figuriamoci essere attivi per un tempo così lungo, dal film su Ischia alle produzioni recenti.
Ma torniamo a Che Fico, pezzo nato come sigla di Sanremo del 1982. Pippo Franco veniva da un successo che aveva già superato i confini italiani, Mi scappa la pipì, papà. Sì, la canzoncina per bambini, interpretata da decine di artisti diversi ed entrata nel cuore dei bambini, è stata creata da Pippo Franco, nel 1979. Come detto, al tempo superò i confini italiani con la versione spagnola, Me hago la pipì, papà. Che Fico “restò” in Italia, ma dopo la vetrina sanremese ebbe un successo tra i giovani per la sfrontatezza di Pippo Franco, che nel video giocava a fare l’adone senza disdegnare l’(auto)ironia, nei testi e nel balletto.
Al di là delle risate che suscitano le parole, Che Fico è interessante perché ormai è una fotografia degli anni ’80. Le discoteche dagli orari improponibili (perché diurni), «un mucchio di adesivi» o ancora la spilla punk sul giubbotto, rigorosamente di pelle, sono tutte cose diffusesi circa 40 anni fa, e che restano nella nostra memoria anche grazie alla canzone di Pippo Franco.
Non è quindi un caso che, anche Che fico torni a intasare le bacheche social di tanto in tanto. Nel 2017, fra l’altro, a 35 anni dall’uscita, lo stesso autore ha rifatto il video, dando spazio ad alcuni fan e a mode recenti, come i selfie. Una grande lezione su come l’età non incida con lo stare sul pezzo.