Studiare Dante Alighieri non è per niente facile, ma un Bignami aiuta sempre (ma non è quello che pensate voi).
Ho sempre pensato che la scuola superiore non sia grande amica di Dante. Questa considerazione parte da alcune constatazioni. La prima è che non sempre vengono proposti ai ragazzi i lavori più interessanti del poeta, come per esempio le Epistole. In secondo luogo, a scuola viene proposta sempre un’immagine di Dante troppo legata al Cielo e poco legata alla Terra: l’Alighieri era un mondano, usando una metafora di Jep Gambardella, non era solo uno che voleva partecipare alle feste, ma voleva avere la possibilità di farle fallire. Dante era inoltre un poeta fortemente politico: tutto quello che lui ha scritto è valido ancora oggi. E l’amore? Be’, l’immagine della donna angelicata ci è stata sempre presentata sotto forma di stereotipo, ma la verità è che non sempre la vita di Dante Alighieri corrispondeva ai suoi versi.
C’è poi il nodo della Commedia. La Divina Commedia è un’opera straordinaria, sia per la sua notevole concezione, sia per la scrittura, sia per la raccolta storico-letteraria dei personaggi che vi sono contenuti. Ma a scuola c’è un ma: la si deve leggere per forza. L’obbligatorietà non fa sempre un buon effetto sugli adolescenti, anche perché dall’altra parte della cattedra non sempre c’è la persona giusta che una determinata materia te la fa amare. E allora come fare per appassionarsi alla Commedia dantesca? Semplice: col Bignami.
No, non è quello che state pensando. Ci sono dei Bignami che sono meri repertori di riassunti. Poi ci sono altri come quest’edizione che vedete nella foto in evidenza. Quando ero al liceo, purtroppo, sono entrata in possesso solo di Inferno e Paradiso (niente Purgatorio), ma questi libri sono stati i miei migliori amici (pensate che vita triste che facevo). In questo tipo di Bignami potete trovare non tanto la parafrasi che quella vi serve a poco, quanto tutte le interpretazioni che nel tempo si sono susseguite in relazione ad alcuni passaggi. Faccio un esempio: chi è «colui che per viltade fece il gran rifiuto»? Le interpretazioni vanno da Celestino V a Ponzio Pilato, ma la prima è più accreditata e Bignami vi spiega anche perché.
Trovo che questo approccio sia particolarmente interessante anche per un’altra ragione. Disvelando il mistero di Dante, ci permette di entrare nel suo mondo, nel mettere in correlazione nozioni multidisciplinari. In altre parole ci aiuta a ragionare su di un’opera geniale. E ad appassionarci a essa. Perché gli studenti oggi sono iperstimolati dalla tecnologia e solo dando loro degli strumenti che permettano di ragionare sui loro oggetti di studio li aiuta a diventare grandi, a squarciare il velo di Maya e penetrare in quell’aiuto che spesso gli adulti non danno loro.