La quarta stagione di Glow non ci sarà: il Covid-19 cancella una delle migliori serie Netflix.
Siamo preoccupati per il coronavirus, siamo davvero preoccupati. L’aumento del numero di contagi diventa ogni giorno di più un momento allarmante per noi, anche per chi non ha grandi contatti con il mondo esterno. C’è però anche un’altra cosa che preoccupa, ossia l’economia: un nuovo lockdown fa davvero paura e altrimenti non potrebbe essere. Vorrei fare quella che non si preoccupa di questo fattore, ma non può essere così. Interi comparti sono stati messi in forte crisi dal primo lockdown, in primis i mestieri creativi o di supporto alla creatività.
In ginocchio sono finiti soprattutto la musica e il teatro, mentre finora cinema e tv hanno sembrato reggere, ma per quanto? C’è chi ha continuato a fare film, a girare e realizzare serie televisive e soprattutto tra marzo e aprile, per le produzioni alle prese con gli ultimi ritocchi, le prospettive erano altre rispetto a ora. Ne parlai con un amico che si è occupato dei visual effects di una nota e importante serie Netflix: lui diceva che il virus avrebbe modificato completamente il modo di fare cinema. Quello che lui pensava in quel momento è che comunque avremmo continuato, seppur grazie alle piattaforme in streaming, a lavorare nella creatività, a fruire creatività. Il modo sarebbe stato rivoluzionato, ma solo quello.
Eppure, poche settimane fa la prima testa è caduta. Mi riferisco a I’m Not Okay with This, che purtroppo non solo non è stata rinnovata, ma è stata cancellata, a causa dell’allungamento dei tempi di produzione (e ai costi) che le misure anti-Covid comportano. In questi giorni è avvenuta invece la cancellazione di Glow, la serie sulle donne del wrestling con protagonista la favolosa Alison Brie.
Una delle ragioni per cui questo ci dispiace molto è che Glow era una serie grandiosa, che spezzava i tabù di genere relativi a donne e wrestling. E che raccontava storie d’amore e di coming out relative a un tempo in cui non c’era tanta consapevolezza e sensibilità come oggi sui temi dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale.
Ma c’è dell’altro. Glow non sarà l’ultima testa a cadere, con tutta probabilità (anche se io spero in un ripensamento quando ci sarà il vaccino). Accadrà ad altre serie tutto questo, a telefilm che non ci piacciono e a telefilm che invece ci piacciono molto. Qualcuno sta riuscendo ad andare avanti, come Riverdale per esempio, ma non è detto che tutti potrebbero avere questa fortuna.
Per ogni serie che viene cancellata, questo si traduce in attori che non lavorano, registi che non lavorano, sceneggiatori che non lavorano, direttori delle luci e della fotografia che non lavorano, segretari di edizione che non lavorano, attrezzisti che non lavorano, ingegneri del suono che non lavorano, specialisti dei visual effects che non lavorano e così via. E se vengono cancellate molte serie, le persone, i cui soldi inizieranno a scarseggiare, non ci penseranno due volte a disdire i loro abbonamenti sulle piattaforme streaming. Una debacle totale insomma.
Lo so che le vite umane dovrebbero essere la cosa più importante in questo momento, e per me lo sono, ma non posso non pensare anche a quante persone rischiano il lavoro. Perché a volte, anche se si è sani, senza lavoro non si può vivere.