La genesi del lupo mannaro che si unisce ai miti norreni: questo e molto altro nel romanzo Il pianto del lupo di Alessandro Stajano.
di Paolo Merenda
Nella lunga e dettagliata introduzione al romanzo Il pianto del lupo, l’autore Alessandro Stajano tiene una lezione sui miti nordici, e spiega quale sia il ruolo di Odino e dei tre figli Hel, la dea degli Inferi, Jörmungandr, il serpente marino, e Fenrir, il dio lupo. Spiegazione necessaria per entrare al meglio nella storia del villaggio di Saksun in Norvegia, nel difficile passaggio da paganesimo a cristianesimo.
I due reggenti, padre Kevin da Clonfert e il conte Jølrkell Jakhellssøn, inviato per conto della corona norvegese, devono fronteggiare fin dalle prime pagine un efferato delitto, padre e figlio uccisi e decapitati. Il più giovane dei due, Ole, era il fidanzato di Lynn Løvland, figlia adottiva di padre Kevin, la cui figura con il passare delle pagine diventa sempre più centrale. Gli incontri che la ragazza fa in viaggio per Lìtla Dìmun, un’isola oscura dove tutti i ragazzi del posto vanno per diventare uomini agli occhi del popolo, sono un misto tra realtà e mitologia. Loki con la sua aura leggendaria e tutti gli altri miti e dèi norreni fanno da base a una storia che diventa quella della nascita del lupo mannaro. L’unione tra Lynn e Fenrir sarà infatti l’ago della bilancia, e molto altro accade nella personale missione della ragazza alla ricerca del fratello di cui si sono perse le tracce. In tutto questo deve prepararsi al Ragnarøk, l’Apocalisse dei pagani.
L’autore, Alessandro Stajano, è bravo a tessere una tela con una base di mitologia, certo, ma ben radicata nei popoli del nord, i quali mal sopportano il passaggio dal paganesimo, che professa il godimento della vita terrena, al cristianesimo, che impone una vita di rinunce per godere della vita dopo la morte. D’altronde, le sue passioni e il suo vissuto l’hanno portato ad avere un punto di vista a 360 gradi. Stajano, pronipote di Achille Starace e nipote dell’intellettuale e attivista Giò Stajano, due personaggi forse agli antipodi, ha infatti fatto parte della prima guerra nel golfo persico, nei primi anni ’90, ma è anche docente di fantascienza alla Libera Università degli Studi Esoterici Achille D’Angelo di Lecce.
Una vita piena e varia, la sua, con la passione per i miti e le leggende, tutte riversate nel suo terzo lavoro editoriale, Il pianto del lupo. Non a caso, nella bibliografia parziale a fine romanzo spiega come il testo sulla religione e i miti dei vichinghi l’abbia aiutato molto nella stesura. Il libro è autoconclusivo, ma probabilmente nuove storie sul medesimo argomento non sono escluse, anche alla luce del premio internazionale di letteratura vinto, il Napoli Cultural Classic 2020.