Quattro episodi riuniti sotto una cornice: Four Rooms fu, negli anni ’90, un manifesto per quattro giovani eccezionali registi.
È la notte di capodanno per il neofattorino Ted: deve affrontare tutta la follia e la festa di quella notte in un grande albergo di Los Angeles. Così, per quelle 12 ore di buio, Ted, interpretato da Tim Roth, è costretto a sopportare una congrega di streghe, i giochi psicosessuali di una coppia in crisi, due bambini particolarmente vivaci figli di un gangster messicano e una grande star di Hollywood con la sua crew. È questa la trama di Four Rooms, lavoro collettivo a episodi, diretto da Allison Anders, Alexander Rockwell, Robert Rodriguez e Quentin Tarantino (che dell’ultimo episodio è anche il protagonista).
Il cast è incredibile e comprende per i diversi episodi: Valeria Golino, Madonna, Ione Skye, Lili Taylor e Alicia Witt (Honeymoon Suite – The Missing Ingredient), David Proval e Jennifer Beals (Room 404 – The Wrong Man), Antonio Banderas (Room 309 – The Misbehavers), Paul Calderon, Bruce Willis e, come detto, lo stesso Tarantino (Penhouse – The Man from Hollywood). All’interno della cornice recita anche in una piccola, bizzarra scena, una sempre fantastica Marisa Tomei.
Four Rooms è una pellicola piena di citazioni, soprattutto a carattere cinematografico, dal “bellboy” Jerry Lewis a L’uomo di Rio con Peter Lorre e Steve McQueen (o almeno viene tradotto in questo modo l’episodio Man from the South della serie Alfred Hitchcock presenta). Ma in realtà è anche un divertissement, in cui lo spettatore è affascinato in primis dalla giostra di grandiosi attori, ma resta anche per vedere dove si va a finire.
Siamo tutti degli sconosciuti all’inizio, quello che conta è dove andiamo a finire.
La struttura cinematografica a episodi oggi non è percorsa come accadeva in passato. In Italia abbiamo avuto tutto un filone tematico che ha prodotto anche molte pellicole quanto meno interessanti (personalmente amo gli episodi con Renato Pozzetto in Io tigro, tu tigri, egli tigra e in Di che segno sei?). Ma a un certo punto questo genere di film è sembrato essere sparito dalla circolazione, come fosse caduto nel dimenticatoio. Non stupisce che Tarantino e i suoi colleghi, che hanno una cultura cinematografica enorme, abbiano cercato di riportare l’attenzione del pubblico su questo filone.
Anche se non è il mio preferito, da donna, vorrei soffermarmi sul primo episodio, quello dell’ingrediente mancante. Si tratta di un episodio tutto in rosa: la regista è una donna e il cast, con l’eccezione di Tim Roth, è tutto femminile. E parla di una congrega di streghe alle prese con un rito di s-fascinazione per una dea tramutata in pietra da una rivale gelosa. Per farlo, le streghe capeggiate dalla tirannica Athena, dovranno fornire una serie di umori umani: Eva però viene meno alla promessa, “dimenticando” (be’, sì, in un certo senso) l’ingrediente che serviva per il rituale. E facendosi aiutare da Ted per “recuperarlo”. Un episodio sexy, divertente e al tempo stesso con delle attrici favolose.