Il buco è uno di quei libri per bambini un po’ particolari scritti e illustrati dall’artista Anna Llenas.
Chi abbia letto almeno uno dei libri per bambini di Anna Llenas lo sa: il suo stile è inconfondibile. Noi a casa abbiamo I colori delle emozioni, Mi piaci quasi sempre, Se io fossi un gatto e Il buco. È proprio su quest’ultima opera che mi voglio soffermare oggi: un libro con un buco sulla copertina, a far capire che forse certi fori non sono meta-forici.
Perdonatemi il calembour, ora vi spiego. Ne Il buco, Anna Llenas racconta la storia di una bambina, Giulia, che un giorno scopre di avere un buco al centro della pancia. Quel buco non è per Giulia niente che possa passare inosservato, perché da lì dentro escono brutte cose, e allora lei cerca di riempirlo con diverse cose, che possono essere belle o brutte. A un certo punto Giulia cerca anche un tappo, ma nessuno fa davvero al caso suo. Però alla fine trova una soluzione: il segreto non è riempire il buco, ma “coltivarlo” attraverso delle passioni, delle cose che arricchiscano, che uniscano agli altri esseri umani. Perché anche gli altri hanno un buco sulla loro pancia, anche a loro manca qualcosa. Il buco di Giulia finisce per rimpicciolirsi ma non si chiude, per fortuna del tutto, perché in realtà quel foro è un plus, un vantaggio per lei, non qualcosa che le manca.
Naturalmente la chiave di lettura per questo libro è estremamente semplice: il buco rappresenta la tendenza umana a essere insoddisfatti. Capita a tutti prima o poi, ed è normale che accada, è molto comune. È altrettanto comune che ognuno di noi cerchi, come può, di soddisfare questa insoddisfazione, che però è come un pozzo senza fondo, o meglio come un buco che non si può chiudere mai. Perché gli esseri umani hanno bisogno di andare avanti e per farlo necessitano degli stimoli. Ma non tutti gli stimoli sono appunto positivi. E allora ci tocca fare attenzione, provare a discernere, capire che non c’è un tappo come per quella pentola rotta per cui stiamo provando da tempo a trovare un ricambio su Amazon.
L’esistenza umana funziona così. Arthur Schopenhauer direbbe che oscilla tra il dolore e la noia, mentre Carmen Consoli e Mario Venuti sottrarrebbero il dolore e al suo posto ci metterebbero l’estasi. Ma la verità vera è che non abbiamo risposte: non siamo filosofi né artisti e allora ci tocca provare e riprovare. Sbagliare se occorre, almeno finché non riusciamo ad apprendere la lezione nel modo corretto.