Con Bruce Willis sulla cresta dell’onda, Damon Wayans come spalla e la regia di Tony Scott, L’ultimo boyscout è un film che ha lasciato il segno.
di Paolo Merenda
Siamo nel 1991, Bruce Willis aveva interpretato l’iconico personaggio di John McClane nel primo Die Hard (giunto in Italia con il titolo Trappola di cristallo) nel 1988 e il secondo capitolo della saga nel 1990. Per i produttori, dunque, L’ultimo boy scout (The last boy scout nel titolo originale, sul titolo ci torneremo) doveva essere una sorta di Die Hard 3, ma alla fine non ci ha creduto troppo diventando un film d’azione a sé stante, ed è stato meglio così. In Italia, poi, è stato tradotto con L’ultimo boy scout – Missione: sopravvivere, richiamando quel Die Hard, duro a morire, della pellicola di cui voleva essere figlio adottivo.
Uno dei colpi di fortuna è stato avere alla regia il compianto Tony Scott (che ha esordito con Miriam si sveglia a mezzanotte con David Bowie e ha proseguito girando molti film d’azione), fratello di Ridley. La sceneggiatura di Shane Black, che tra gli altri ha creato Arma letale con Mel Gibson e Danny Glover, ha fatto il resto.
Joe Hallenbeck (Bruce Willis) e Jimmy Dix (Damon Wayans, un’eccellente spalla sia nei momenti più veloci che nelle parentesi comiche) sono il primo un detective privato con un passato nei servizi segreti e il secondo il fidanzato di una donna uccisa mentre doveva essere tenuta sotto protezione proprio da Joe. Ma Jimmy non gli addossa nessuna colpa, perché nel frattempo scoprono un giro di affari illegali che coinvolgono anche un senatore, e devono quindi sventare un complotto forse troppo grande per poter essere fermato.
Ma siamo agli inizi degli anni ’90, i film d’azione erano una culla in cui il buono vinceva e faceva anche battute di tanto in tanto, e il cattivo perdeva, quasi sempre con una morte spettacolare. Non fa eccezione il modo in cui passa all’altro mondo Sheldon “Shelly” Marcone (Noble Willingham), quando sembrava ormai lontano dal pericolo.
Seppure il ritmo a tratti si faccia troppo frenetico per chi non è un amante di questo genere di film, non mancano outsider di tanto in tanto, come la figlia di Joe, Darian, che sembra di contorno fin quando non risolve uno dei pericoli più grossi del padre. Tutto si incastra al suo posto, insomma, e ne esce una storia godibile.
Una nota di colore sui doppiatori della versione italiana: Francesco Pannofino, attore noto soprattutto per aver dato volto a René Ferretti nella serie tv Boris, oltre che doppiatore anche nel film Snatch – Lo strappo, qui presta la voce a Jimmy, co-protagonista.
Per chi volesse, stasera alle 21.57 verrà trasmesso su Iris.