Intervista col vampiro è un film nato da un romanzo che ha dato un punto di vista nuovo alla figura dei vampiri, oltre che da un grande predecessore.
di Paolo Merenda
Alcuni film nascono un po’ in sordina e poi esplodono, altri ne hanno tutti i presupposti dato il grosso lavoro alle spalle e magari qualche volto noto nel cast. A quest’ultima categoria appartiene Intervista col vampiro, del 1994, per la regia di Neil Jordan (fresco di premio Oscar per il film precedente, il celebre La moglie del soldato). Il cast? Cosa vuoi che accada quando fai lavorare insieme Brad Pitt, Tom Cruise, Christian Slater e Antonio Banderas, mentre la dodicenne emergente su cui punti risponde al nome di Kirsten Dunst?
Una parata di stelle che, con la loro indiscussa bravura (la giovane Dunst è arrivata al grande pubblico proprio dopo questa interpretazione), lo hanno messo subito sul radar del pubblico e degli addetti ai lavori. Ma la sceneggiatura è altrettanto valida: ci ha lavorato attivamente Anne Rice, autrice del romanzo che porta lo stesso titolo, del 1976. Il libro ha dato nuova linfa vitale, è il caso di dirlo, al mito dei vampiri, portando punti di vista originali per il tempo, e che successivamente sono stati presi e rielaborati da diversi lavori horror. Non è poi da sottovalutare che, nella realizzazione, si è attinto a piene mani al film forse più iconico sulle misteriose creature notturne che bevono sangue umano, Nosferatu del 1922.
Bello il modo in cui la trama viene portata avanti, che come suggerisce il nome è un’intervista a un vero vampiro, Louis de Pointe du Lac (Brad Pitt) da parte dell’ingenuo giornalista Daniel Malloy (Christian Slater). La storia del vampiro, diventato tale nel 1791, si incrocia con quella di Lestat (Tom Cruise) e la piccola Claudia (Kirsten Dunst), che in passato avevano anche formato un trio indissolubile, prima del tradimento ai danni di Lestat, data l’insofferenza di Claudia al restare per sempre intrappolata in un corpo preadolescente.
Passo dopo passo si arriva a un inaspettato finale, che impreziosisce l’opera. Ma alcune scene colpiscono più di altre, come quella delle bare delle famiglie sterminate da Claudia e Lestat, che è un chiaro omaggio a Nosferatu. Quindi, il film è da vedere per tutta una serie di motivi, e magari per riscoprire anche il piacere della lettura: il romanzo Intervista col vampiro è solo il primo di una serie di Anne Rice che non è ancora terminata, ed è arrivata finora a 13 romanzi, l’ultimo del 2018. Se volete sapere cosa accade a Lestat e agli altri dopo i titoli di coda del film di Neil Jordan, è tutto scritto in quei volumi.