Dopo 40 anni, il mistero del finale di Shining aleggia ancora sui cultori del film di Stanley Kubrick basato sul romanzo omonimo di Stephen King.

di Paolo Merenda

Shining è forse uno dei migliori film horror mai girati, e non a caso porta le firme di Stanley Kubrick come regista e Stephen King come autore del libro che ha portato alla pellicola. Ma, come ho spiegato anche in quest’articolo su Shining, il film non è una trasposizione fedelissima del romanzo: la sorte di Dick Hallorann, ben diversa, ad esempio, o la stessa fine che fa l’Overlook Hotel, esploso al termine della storia pensata da King ma non nella versione di Kubrick.

Nel link che ho inserito più su c’è anche la trama, riassunta per sommi capi, quindi passiamo direttamente al particolare aggiunto dal regista quasi ai titoli di coda, ed è la fotografia finale nella pellicola. La scena conclusiva è della telecamera che stringe su una parete, contenente 21 fotografie (tre file da sette), e zooma sulla centrale, con Jack Torrance (interpretato da Jack Nicholson), ripreso in mezzo a una folta folla. La data dello scatto è del 4 luglio 1921, festa nazionale in America (anche se nei giorni scorsi era ritrovabile sui social una sorta di fotomontaggio).

Cosa ci fa il malvagio protagonista lì, apparentemente della stessa età di come lo vediamo lungo tutto il film, dato che la storia è ambientata tra gli anni ‘70 e ‘80?

Le teorie sono molteplici, e supportate da comportamenti e frasi fatte dire al barista Lloyd e al vecchio custode Delbert Grady, tra i fantasmi con cui interagisce Jack Torrance. Lloyd tratta lo scrittore, sempre più vicino alla pazzia, come se lo conoscesse molto bene, potremmo dire da sempre, e il signor Grady gli dice addirittura che lui è sempre stato il custode dell’albergo. Quindi, la prima teoria è che Torrance sia in qualche modo un’incarnazione del custode eterno dell’Overlook Hotel. Però questa teoria aprirebbe a una domanda successiva: chi è in origine il marito di Wendy? Un Jack Torrance sano di mente o un fantasma che aveva già scritto nel futuro l’arrivo all’albergo maledetto con la moglie Wendy e il figlio Danny?

La seconda teoria, la più accreditata, è che Jack Torrance diventi parte della struttura una volta morto, quindi se avessimo visto la fotografia all’inizio del film lui non sarebbe stato incluso. È la più lineare, ma qui si inserisce la terza e più suggestiva teoria.

Se notate la posizione delle braccia di Jack, infatti, noterete che è la stessa di una celebre raffigurazione satanista di Baphomet, ovvero il braccio destro in alto e il sinistro in basso. Lo sguardo, poi, è sinistro anch’esso. Quindi? Torrance sarebbe Satana in persona, che ha cercato di prendere il piccolo Danny per i suoi poteri paranormali, la luccicanza, architettando un piano per portare il bambino lì e ucciderlo in una sorta di sacrificio umano.

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Piccola nota curiosa: la foto è reale, Stanley Kubrick l’ha solo ritoccata, ma risale al 1923. Quindi perché la data del 1921, come le 21 foto sulla parete? Si tratta dell’anno di uscita di Il carretto fantasma, per la regia di Victor Sjostrom, pellicola basata sul romanzo di Selma Lagerlöf. Avete presente la scena iconica di un Jack ormai folle che sfonda la porta del bagno e urla: «Sono il lupo cattivo»? Ebbene, molto molto simile si trova nel film del 1921. Eccovi un breve filmato realizzato da un fan che confronta le due scene.

Pensate sia finita qui? No, perché nel 2017 sono uscite fuori alcune fotografie (di nuovo foto) di scena, del finale tagliato da Stanley Kubrick all’ultimissimo minuto, quattro pagine di sceneggiatura originale e la testimonianza di due attori che hanno recitato nella scena incriminata. Tra Jack Nicholson congelato e lo stesso attore nella fotografia d’epoca, era stato girato qualche minuto aggiuntivo in ospedale, con il direttore Ullman che andava a far visita ai degenti Wendy e Danny. Alla prima diceva che il corpo del marito non era stato trovato, al secondo dava una pallina da tennis, la stessa con cui si distraeva Jack nell’hotel e che, a un certo punto, usciva misteriosamente dalla stanza 237 per rotolare ai piedi di Danny in una scena da gelare il sangue.

Alla luce della parte tagliata, prenderebbe quota l’ipotesi che Jack Torrance sia stato molto di più per l’albergo di quanto venga spiegato, ma chi può saperlo? Anzi, forse è meglio così, in modo che le teorie possano alimentare all’infinito un film iconico.

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