La mia canzone preferita di David Bowie è Life on Mars: la cantavo a mio figlio per farlo addormentare.
Come si sceglie una ninnananna? Io sono passata attraverso diverse opzioni: The Fool on the Hill del Beatles, Mr. Tamburine Man di Bob Dylan o I’ll Be Your Mirror dei Velvet Underground sono state le mie scelte preferite. Ma niente piaceva al mio piccolo come Life on Mars di David Bowie.
Mi accorsi di questa preferenza quando un giorno, a circa due mesi d’età, si mise a piangere disperatamente: il pannolino era pulito, lui aveva appena allattato e non riuscivo a comprendere le sue ragioni. Così ho iniziato a cullarlo nell’ovetto e ho messo Life on Mars su Spotify. Si è subito calmato e messo in ascolto. Ancora oggi associa quella canzone alla calma, alla nanna, alle coccole della mamma.
In fondo ho sempre creduto nell’effetto pacificatore del Duca Bianco, io che lo ascolto quando ho una grave cefalea a grappolo.
Mi sono ricordata di una storia che mi raccontò un’amica che è insegnante di musica. Quando era incinta, ascoltò molto spesso per un periodo un brano, per via di una lezione speciale che stava preparando. Anni dopo, mentre stava riascoltando il brano per proprio diletto, sua figlia lo riconobbe. Naturalmente questa non è una prova dell’esistenza della memoria genetica, ma un racconto suggestivo, di quelli che piacciono a noi, sulla potenza e il significato della musica.
Mi son ritrovata a chiedermi però: se nel caso di mio figlio si fosse trattato di memoria genetica, dove ha potuto sentire Life on Mars quando era nella mia pancia? Temo proprio che la risposta sia nella colonna sonora di American Horror Story. Nella quarta stagione, Freakshow, infatti, Jessica Lange ne canta una cover decisamente interessante.
La cover è interessante anche perché la trama della serie sembra ricalcare il testo della canzone. La vulgata principale riferisce che Life on Mars parli di una ragazza delusa dal mondo reale che cerca rifugio nello zapping televisivo – da qui i flash che appaiono completamente scollegati gli uni dagli altri.
Sia chiaro, io sono una grandissima fan di David Bowie, ma non disdegno alcune cover mirate. Una delle mie preferite l’ha realizzata una cantante francese “d’adozione” che amo molto, Karen Ann. In fondo, questa canzone doveva essere l’adattamento di un brano francese, che Bowie avrebbe ricordato e riadattato anni dopo ispirandosi a ciò che in effetti diventò, ossia My Way.