Christopher Nolan dà vita a un lavoro, Tenet, tra i più cervellotici della sua produzione, basato sulla possibilità di plasmare il tempo. (L’articolo contiene spoiler).

di Paolo Merenda

«Finalmente Nolan ha girato un film che inizia, finisce, e si capisce». Nell’ormai classico video di fine anno, per il 2020 il gruppo The Jackal ha optato per una sorta di realtà alternativa in cui il 2020 viene riscritto come se il Covid-19 non ci fosse stato. In una delle scene di contorno, è presente la battuta riportata all’inizio su Christopher Nolan, che proprio nel 2020 è uscito con Tenet, forse il film che “si capisce di meno” di tutta la sua produzione, battendo il “record” precedente di Memento, che nella versione dvd contiene un doppio montaggio, uno come il film è uscito al cinema e l’altro lungo la linea cronologica degli eventi.

Il tempo è al centro anche di Tenet, la cui trama in breve tratta di un agente segreto che deve viaggiare tra le pieghe degli eventi passati e futuri per evitare che un folle faccia esplodere la terza guerra mondiale. Il modo in cui il tempo viene rivoltato lo rende un personaggio a tutti gli effetti, con paradossi di cui almeno uno mi ha lasciato perplesso. Il meccanismo, però, è quel che serve per capirlo.

Avete presente una scala a chiocciola? Ecco, immaginate un punto di vista fisso nel palo attorno a cui si avvolge la scala, e delle persone che salgono e scendono i ripidi gradini (per indicare lo spostamento in avanti o indietro nel tempo). Ogni personaggio di Tenet è sia il palo centrale che chi sale o scende le scale, a seconda del punto di vista e della fase della missione in cui si trovano. Detto in breve, eh? L’unico modo per capirlo difatti è vederlo.

Ma c’è un’altra possibile chiave di lettura, ed è data da quello che forse è il più vecchio cruciverba del mondo, risalente all’impero romano (lo vedete nell’immagine di copertina). Gli sono stati attribuiti anche dei poteri magici, ma in realtà molti studiosi sono concordi nell’affermare che si tratti di un gioco per bambini.

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I cinque nomi nel cruciverba, che possono essere letti in qualsiasi senso, sono tutti presenti nel film, tranne Tenet stesso. E come si possono leggere “camminando all’indietro”, così in alcune fasi della pellicola di Nolan alcuni personaggi camminano e corrono appunto all’indietro. Quindi chi è Tenet? Una teoria attribuisce questo nome al protagonista, quel John David Washington che ha già mostrato le sue doti in BlacKkKlansman di Spike Lee. Una delle traduzioni del cruciverba è pressappoco «Il senatore Arepo guida le ruote nel lavoro», ce ne sono altre ma in ogni caso Tenet si può tradurre col verbo guidare, condurre. E Tenet si rivela essere il capo della missione, quando ancora lui non lo sa, ma lo sa il suo braccio destro Neil (interpretato da Robert Pattinson), assoldato e mandatogli dal se stesso del futuro.

Una delle intuizioni più felici del film è la manovra a tenaglia temporale, con mezza squadra che si muove in avanti nel tempo e mezza che va all’indietro. Quella che va in avanti, così, sa cosa avverrà e può avvertire quella che si muove al contrario per far loro evitare pericoli e anzi sventarli ancor prima che avvengano. Infatti è proprio quello il punto di forza di Sator, il cattivo, e dopo esser stato diversi passi avanti per quasi tutto il film, la chiave di volta è la perdita di una roccaforte in cui è presente un tornello, e quindi i buoni possono contrastarlo sullo stesso campo di gioco.

Ma la cosa che fa appassionare a Tenet è che, appena pensi di intuire il disegno generale, questo cambia. Ed è il motivo per cui Christopher Nolan ha lavorato sulla sceneggiatura per cinque anni, dopo un lavoro preparatorio, precedente, di altri dieci. Sembra di giocare a quei videogiochi fatti bene, con una storia quasi più appassionante degli scontri stessi, e in cui ti perdi per ritrovarti solo alla fine. Non il migliore, ma senz’altro tra i cinque migliori film di Christopher Nolan.

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