Glamorama è forse il miglior romanzo di Bret Easton Ellis, ma purtroppo non diventerà mai un film. (L’articolo contiene spoiler).

Ci sono alcuni romanzi di Bret Easton Ellis che sono diventati film. Uno è Al di là di tutti i limiti, che però è molto romanzato rispetto all’originale, Meno di zero. Ellis l’ha fatto notare nel primo capitolo di Imperial Bedrooms, sequel di Meno di zero appunto. In quel primo capitolo Clay e Julian vanno al cinema e si rivedono interpretati da Andrew McCarty e Robert Downey jr, ma Julian è colto da sgomento nello scoprire che nel film muore (cosa che nel libro non accade).

C’è poi Le regole dell’attrazione, che è diventato il film più bello tratto da un romanzo di Ellis. A fronte di una scrittura caotica nella forma e nei contenuti fredda (come Meno di zero all’incirca), il film girato da Roger Avary è ordinato ma pieno di passione, anche grazie a James van der Beek che all’epoca era riuscito a dimostrare il suo valore discostandosi ampiamente dal personaggio di Dawson Leery.

Ora arriviamo al libro e al film più famosi ideati da Ellis: American Psycho. È uno di quei film che si apprezza sulla lunga distanza, sebbene, rispetto al libro, sia stato completamente spogliato di molte situazioni che forse il pubblico non sarebbe riuscito a digerire. Christian Bale, Jared Leto e Willem Dafoe lo rendono però un film a suo modo unico nel suo genere. Che però non coglie l’aspetto ultimo dell’opera di Ellis, ma ora ci arriviamo.

Gran parte dei romanzi e dei racconti di Ellis sono collegati tra loro, anche se le ambientazioni, da New York a Los Angeles, passando per Parigi e una certa università nel New England sono molto differenti. Il nucleo fondamentale è quello di Meno di zeroLe regole dell’attrazione, dove il lettore incontra Clay (e già solo questo personaggio meriterebbe un capitolo a parte), Lauren Hynde e Sean Bateman. Sean è tra l’altro il fratello di Patrick, il protagonista di American Psycho. Tutti a appartengono a un mondo di belli, ricchi e tormentati, ma anche di (spoiler!) persone intercambiabili. Questo ci porta a parlare di Glamorama, dopo un lungo, lunghissimo preambolo.

Ellis ha pubblicato Glamorama nel 1998, e in Italia il romanzo è arrivato l’anno dopo per i tipi di Einaudi, casa editrice che a tutt’oggi si occupa della pubblicazione di Ellis in italiano. Il romanzo parla di un personaggio presente ne Le regole dell’attrazione, quello di Victor Johnson, bel ragazzone americano che, dopo l’università, diventa un modello. Ma lui, per la precisione, vuole diventare il modello, l’it boy della sua generazione. Victor porta il lettore nella sua vita quotidiana, e successivamente all’inseguimento di Lauren, sua ex compagna di ateneo che era follemente innamorata di lui. Quest’inseguimento conduce Victor a Parigi al centro di una rete di modelli-terroristi capeggiati da un modello più adulto, affascinante e rapace. Quello che Victor scopre è però ancora più incredibile: Lauren è morta anni prima in un incidente d’auto ed è stata rimpiazzata da un’altra persona, non necessariamente un doppleganger. Victor stesso ha un doppio che neppure gli assomiglia, non ce n’è bisogno: ogni persona è completamente intercambiabile in quell’ambiente e inoltre gli altri non prestano abbastanza attenzione e non si pongono abbastanza domande.

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La lingua di Glamorama è ricca ed evocativa, seppur contiene volute ripetizioni, slang e riferimenti alla cultura statunitense non sempre facili da comprendere per il pubblico italiano. È in un certo senso facile far diventare un libro del genere un film: mentre stai leggendo, hai un’immagine precisa nella testa di ciò che avviene nel romanzo. E finisci per perderti in un mondo lontano, nel tempo, nello spazio e nel mood personale. Non si tratta solo della sua ambientazione, le ragioni dei protagonisti non sono sempre semplici da capire, ed è questa la fascinazione messa in atto da Ellis: lo si può solo accettare.

Se la trama vi ricorda qualcosa, sappiate che Ellis è stato in contenzioso contro Zoolander che si è risolto con un accordo extragiudiziale. Se vi il romanzo vi è piaciuto e sperate nel film, toglietevelo dalla testa: non accadrà mai, almeno non negli Stati Uniti.

Roger Avary era al lavoro appunto su un film tratto da Glamorama, dopo aver realizzato Glitterati (era un film sul soggiorno di Victor in Europa, contenuto ne Le regole dell’attrazione). La pellicola non è mai andata in porto: dopo l’11 settembre, negli Stati Uniti è stato sempre abbastanza complesso parlare di organizzazioni terroristiche, per di più guidate da wasp. E io credo che, ancora una volta, ci stia sfuggendo di mano il confine tra fantasia e realtà. Perché è così difficile per alcuni scindere i due concetti? Forse è la paura che ci guida, e allora perché ricadiamo nel circolo vizioso di esorcizzarla attraverso la fiction?

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Voglio condividere la splendida ultima pagina di Glamorama, per farvi capire di cosa parlo quando dico scrittura evocativa (ma anche molto enigmatica in questo caso).

Sto bevendo un bicchiere d’acqua nel bar deserto del Principe di Savoia e fisso l’affresco dietro il bar e nell’affresco c’è una montagna gigantesca e sotto la montagna un prato enorme dove gli abitanti del villaggio stanno festeggiando sull’erba verde e alta, punteggiata di fiori bianchi, e nel cielo sopra la montagna è mattino e il sole sorge dalla cornice, incendi a i dirupi e le nuvole basse che circondano la vetta, e un ponte sul passo ti porterà dovunque tu voglia andare, dall’altra parte, perché dietro quella montagna c’è un’autostrada e lungo quell’autostrada ci sono cartelloni pubblicitari con le risposte – chi, che cosa, quando, perché – e io sto cadendo giù ma anche risalendo la montagna, la mia ombra si profila sui picchi aguzzi, e avanza fluttuando, salgo, navigo attraverso le nuvole scure, sempre più in alto, sospinto da un forte vento, e presto sarà notte e le stelle brillano sospese nel cielo sopra la montagna, roteando, lente e splendenti. Le stelle sono reali. Il futuro è quella montagna.

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