Mi ha colpito molto l’episodio post-diploma di Riverdale: temo che la serie possa perdere di interesse e avviarsi a un’inevitabile fine.

Riverdale è senza dubbio uno dei migliori prodotti televisivi per le masse degli ultimi anni. “Spacciato” per teen drama, è un realtà un telefilm dedicato alla generazione degli ultraquarantenni colti, cinefili e soprattutto amanti delle opere di David Lynch. Quindi che ci siano molte citazioni è abbastanza normale. Solo che nell’ultimo episodio andato in onda negli Stati Uniti: la quarta puntata della quinta stagione, dal titolo Purgatorio, che in Italia andrà in onda il 25 marzo su Premium Stories, contiene davvero moltissime citazioni.

In pochissimi minuti si passa da Forrest Gump a Il silenzio degli innocenti, fino al romanzo di Dalton Trumbo E Johnny prese il fucile, Dal tramonto all’alba, Non aprite quella porta e una certa sinistra connessione con la Manson Family. Tutto carino, eh, però ho trovato anche tutto abbastanza noioso. Anche questo voler insistere sulla sensualità maschia e al tempo stesso nerd di Jughead – tra l’altro nel film In cerca di Amy si dà una specifica lettura sull’orientamento sessuale dei protagonisti, e parliamo di un film che probabilmente è molto amato dalla platea di Riverdale – mi è parso un po’ fuori luogo.

Quindi mi sono chiesta: siamo al salto dello squalo?

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Ve lo dico subito: ci sarà una sesta stagione. Però l’interrogativo sul salto dello squalo resta. Come in fondo è accaduto alle migliori serie – Friends docet. Per chi non lo sapesse, il salto dello squalo è quell’episodio, quel momento preciso di una serie tv, in cui la storia inizia la sua parabola discendente e parallelamente comincia a perdere d’interesse agli occhi del pubblico. Il nome deriva da quell’episodio di Happy Days in cui Fonzie fa lo sci nautico in giubbotto di pelle, saltando letteralmente uno squalo. Fortuna sua, per Arthur Fonzarelli, che non sapesse chiedere scusa, altrimenti ne avrebbe avute tante di spiegazioni da dare ai fan.

Ma tornando a Riverdale, sembra quasi, paradossalmente, che l’andazzo sia quello tipico dei teen drama. Vi è più piaciuto Beverly Hills 90210 dopo che i protagonisti si sono diplomati? E quando Dawson’s Creek si è concentrato sulle avventure universitarie di Joey non vi è venuta voglia di inviare mail di insulti agli sceneggiatori? Per non parlare dell’anno universitario di Buffy l’Ammazzavampiri, per la quale lasciare l’ateneo di Sunnydale è stato un sospiro di sollievo (però poi Buffy si riprende eccome, tanto che la stagione migliore è la penultima). Ecco, può darsi che dopo il diploma dei protagonisti, anche Riverdale inizi a stufare. Mi auguro di no, ma il rischio effettivamente c’è.

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