Una selezione di letture in vista del fine settimana: quattro libri di generi diversi, tra cui un romanzo, un saggio, una graphic novel e un volume di aforismi.

Alcune scelte random basate su libri che mi piacciono tanto. Consigliate dalla redazione di TheRoom.

Dalton Trumbo – E Johnny prese il fucile
Forse la lettura non sarà troppo veloce. La ragione non è nel libro, che è meraviglioso, ma nel dolore che comporta. Faccio un passo indietro.

«Che cosa c’è di nobile nell’essere morto?»

Si tratta probabilmente della citazione chiave dell’intero romanzo, che racconta di un soldato ferito nel corso della Prima Guerra Mondiale. È considerato uno dei migliori manifesti del pacifismo, forse perché prende in considerazione uno dei punti di vista più complessi: non quello dei potenti, non quello delle vittime civili, ma quello dei soldati – un po’ come accade in Nato per uccidere di Gustav Hasford.

Dalla prima pagina è infatti Johnny che parla. Manda a mente dei ricordi, ricordi precedenti al conflitto, mentre prende mano a mano consapevolezza del proprio corpo disteso sulla barella di un ospedale.

Ho trovato molte difficoltà a leggere perché è un libro doloroso. Ci sono libri che spingono alla riflessione più intensa – a me è capitato di dovermi fermare spesso con Delitto e castigo, ho trovato che descrivesse l’animo umano come nessuno – e anche con Johnny accade. Però è una cosa diversa. Andando avanti per le pagine, cominci a chiederti cosa ci sia di nobile nel sopravvivere, nel conservare una coscienza. Nel business della guerra «igiene del mondo» gli esseri umani sono solo sacrificabili, come se tutti i sentimenti e le emozioni avessero un valore di poco conto di fronte alla battaglia.

«Che cosa c’è di nobile nell’essere morto?»

È naturalmente una domanda retorica. Nessuna medaglia ci può restituire la dignità di una vita che avrebbe potuto essere vissuta appieno.
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Ugo Sbisà – Puglia, le età del jazz
Ho letto questo volume tempo fa per lavoro (anche se ero tanto interessata che l’avrei letto comunque).

La struttura. Il libro è composto da tre parti, nella prima si esplora la storia del jazz nelle diverse province pugliesi – con un focus anche sul conservatorio di Bari – nella seconda ci sono vari contributi “esterni”, come un intervento del musicista Roberto Ottaviano e un’intervista a Renzo Arbore, la terza è un memoir molto sentimentale che l’autore, giornalista e critico musicale della Gazzetta del Mezzogiorno, compie sul “suo” jazz. In quest’ultima parte ho trovato particolarmente poetico il racconto di un suo incontro con il mio grande amore Miles Davis.

Quello che ho provato io. Non è un saggio tradizionale, ma qualcosa di più eccentrico. L’ho trovato poetico, emozionante e personalmente ho provato invidia per chi c’era e ha conosciuto di persona quei suoni, quelle “voci” (in senso lato). Per fortuna sono in tempo per ascoltare dal vivo tutti i musicisti viventi e magari anche giovani di cui si parla, alcuni li loro di amo già molto. E mi sono sentita anche un po’ «frequentatrice della domenica», sebbene lo abbia trovato così semplice da non considerarlo un libro per addetti ai lavori.
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Contratto con Dio e altre storie – Will Eisner
Quattro racconti, quattro storie di ebrei a New York, in un caseggiato cadente nel Bronx. Sono gli anni ’30 e in questo luogo si avvicendano varie umanità. C’è l’uomo che da bambino ha fatto un contratto con Dio e ne è deluso nel momento in cui la figlia muore, c’è l’ubriacone con una voce melodiosa che forse ha trovato l’arte di campare, c’è il supervisore di un condominio odiato da tutti e con tendenze pedofile, e infine ci sono le vacanze nelle Catskills di diverse persone, con diverse età e diverse situazioni famigliari.

Eisner non racconta una povertà economica o estetica, ma una povertà interiore. Niente è come sembra in questo microcosmo. Gli ebrei hanno cercato di rendere «casa» qualunque luogo in cui siano giunti, orfani di una nazione che non c’era, che li costringeva a un esodo continuo e che a un certo punto ha causato l’orrore dei campi di concentramento, la «soluzione finale».

Nei racconti di Eisner, il mondo pre-Shoah è esattamente come lo descrivono i libri di storia: una società integrata con il proprio superstrato, un mondo autosufficiente che sopravvive conservando una lingua, delle tradizioni e magari anche le maledizioni del passato.
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Daisaku Ikeda – Budda Felice
Questo volume è un po’ una trovata commerciale (all’interno molte foto, tanto retoriche), ma ciononostante posso dire che il testo mi abbia commosso profondamente. È un libro di pensieri, pensieri che ne portano altri e fanno emergere dalla nostra coscienza a volte ricordi oscuri, relativi a quello che vorremmo cambiare di noi stessi per raggiungere la pace, altre volte di pura gioia, una prospettiva cui la buddità è strettamente legata. Per quello che mi riguarda è un piccolo assaggio, una specie di introduzione al buddismo di Nichiren Daishonin e fa venir voglia di approfondire questa materia affascinante.
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