L’adolescenza viene raccontata al cinema in diversi modi, spesso un po’ troppo stereotipati, per cui ho scelto dei film che per me sono molto speciali proprio per il loro modo di ritirare gli adolescenti.
Il mondo dei teenager viene spesso raccontato al cinema seguendo uno stereotipo fisso, soprattutto se parliamo di Hollywood. Si parte da un ragazzo o una ragazza emarginata, che acquisisce popolarità, vende l’anima al diavolo, salvo tornare sui propri passi e recuperare in semplicità, onestà e soprattutto modestia. Il lieto fine è d’obbligo ovviamente. Quando parliamo di film indipendenti (ma non solo) è tutto un altro paio di maniche. Così ho scelto 5 film sull’adolescenza tra i miei preferiti e che dimostrano che per commuovere si può ben sfuggire agli stereotipi. Non leggete oltre se non li avete visti, perché i miei commenti contengono numerosi spoiler.
Rushmore
È il film di Wes Anderson che preferisco. Parla di un ragazzino di 15 anni, Max Fischer (Jason Schwartzman), che possiede una grande creatività e uno spirito curioso. Ma non è uno studente brillante, anche se non manca di colpire gli altri con la sua personalità, in particolare l’imprenditore Herman Blume (Bill Murray), padre di alcuni suoi compagni di scuola, e la maestra Cross (Olivia Williams), insegnante elementare alla Rushmore, la scuola privata che Max frequenta grazie a una borsa di studio. Max si innamora della maestra, che è vedova e vive nel ricordo del brillante marito, e fa di tutto per conquistarla, ma viene espulso dalla Rushmore e finisce in una scuola pubblica, provando a recuperare serenità. Ma Blume e la maestra si innamorano a propria volta. Più o meno. Si tratta di una pellicola al tempo stesso silenziosa e musicale, poetica e divertente: Max diventa inevitabilmente l’eroe dello spettatore, che fa il tifo per lui, ma empatizza anche con Blume e sostiene la bromance tra i due, nonostante la grande differenza d’età.
Ghost world
È il mio secondo film preferito in assoluto, forse anche perché assomiglio fisicamente alla protagonista. Diretto da Terry Zwigoff, è interpretato da Thora Birch, Steve Buscemi, Scarlett Johansson e Brad Renfro. La protagonista della storia è Enid, una giovane che il giorno del diploma scopre di dover frequentare un corso estivo di arte. Ed è insolito, dato che è un’artista: ogni giorno disegna un suo diario illustrato per raccontare sentimenti e quotidianità, ma la verità è che si sente molto delusa dal mondo e cerca di trovare il buono dappertutto, non riuscendoci. Nonostante le sue esperienze e le persone che incontra, Enid continua a essere delusa dal mondo. Le persone per le quali nutriva aspettative sembrano essersi adagiate nelle situazioni, aver smesso di cercare di modellare la società e invece aver cambiato loro stessi. Per questa ragione, c’è un finale che molti hanno trovato ambiguo e che sarebbe la prefigurazione di un suicidio.
Napoleon Dynamite
Uno dei film più deliziosi che abbia mai visto. È la storia di un adolescente emarginato, in un liceo probabilmente del Midwest. Vive con un’avventurosa nonna lesbica e con il fratello, che sta tutto il giorno attaccato in chat per conoscere ragazze (e in effetti poi ne conosce una davvero incredibile). Nelle loro vite, durante un viaggio della nonna, viene catapultato lo zio Rico, uomo di mezza età senza arte né parte che vive nel passato. Napoleon, il protagonista, è al di fuori di tutte le logiche scolastiche: bullizzato dai compagni ed evitato dalle compagne, riesce a stringere amicizia con la neovicina di casa Deb e con il nuovo compagno di scuola messicano Pedro, del quale sostiene la candidatura a presidente del corpo studentesco. È un po’ la fiaba dello sfigato che ha molto da offrire interiormente e alla fine essere bello dentro paga, nonostante il tasso di infantilismo. Però succedono talmente tante cose strane sullo schermo, che non si può fare a meno di restarvi incollati.
Elephant
Vi ho già accennato a questo film, che ebbi la fortuna di vedere al cinema. Si tratta di una pellicola di Gus Van Sant, che ha trasposto in maniera creativa la storia del massacro alla Columbine High School. Attraverso una soggettiva da videogame, i personaggi della storia si muovono all’interno della scuola (e alcuni nelle loro case) nel giorno più lungo e più breve della vita. È un film brutale, che ti mette di fronte a una critica profonda sull’utilizzo delle armi negli Stati Uniti.
Il giardino delle vergini suicide
Segna l’esordio da regista e sceneggiatrice della figlia d’arte Sofia Coppola. E sebbene abbia fatto ottimi film, questo resta forse ancora il suo migliore. È un film tratto da un romanzo, che parla di cinque adolescenti e della loro vita impossibile in famiglia. È interpretato tra gli altri da Kirsten Dunst, Kathleen Turner e James Woods. Danny DeVito interpreta un cameo particolarmente significativo. C’è un film italiano relativamente recente che me l’ha ricordato molto, anche dal punto di vista dei visual effects: in questa pellicola tutto sembra sospeso in un’atmosfera verde e irreale. Cinque ragazzine che non si affacceranno mai all’età adulta rappresentano il paradigma di un’umanità che non anela altro che amore.