Dal continente africano una bellissima storia per bambini: La favola di Mamma Pipistrello.

Qualche anno fa, mentre ero in dolce attesa, mi trovavo in spiaggia. Si avvicinò a me una donna africana: era una venditrice ambulante di libri, si sedette con me, parlammo a lungo e acquistai due volumi di storie per bambini. Il mio piccolo non era ancora nato, ma ho da subito desiderato che la sua vita fosse piena di storie. E ancora oggi, quelle rarissime volte che vado in spiaggia, mi piace acquistare libri da venditrici ambulanti (dico venditrici, perché finora quelle che ho incontrato sono sempre donne).

Uno dei primi libri comprati è La favola di Mamma Pipistrello, un libriccino illustrato tratto da un racconto di Babakar Mbaye Ndaak. I disegni delle illustrazioni sono semplici e immediati, molto colorati e divertenti: è difficile che un bimbo non ne sia catturato immediatamente. E anche io, da adulta, la adoro. Il volume, edito da Modu Modu di Papa Ngady Faye, contiene le illustrazioni di Marta Solazzo.

La storia è quella di una famiglia di pipistrelli in cerca di identità. La mamma pipistrello, dopo aver nutrito i suoi piccini, va in giro a cercare i propri parenti, ma non ha fortuna. Si reca a turno dai topi, dagli uccelli e poi dagli esseri umani, trovando con tutte queste categorie di animali dei punti di contatto e al tempo stesso venendone scacciata. Alla fine mamma pipistrello torna dai suoi cuccioli, decidendo di essere un animale assolutamente unico e speciale, quale in effetti è.

Il senso della storia è interessante: per quanto ci sentiamo diversi dagli altri e per quanto gli altri ci scaccino via, essere noi stessi è qualcosa di fondamentale. C’è una profonda bellezza nell’essere diversi, e anche se notiamo delle somiglianze negli altri ognuno di noi è un essere unico e irripetibile.

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