I viaggi interminabili di Sal Paradise e Dean Moriarty in giro per l’America, alla ricerca di se stessi e di qualcosa che pare sfuggirgli ogni volta, sono il fulcro del romanzo. Questo è Sulla strada di Jack Kerouac.
di Paolo Merenda
La Beat Generation è stata un movimento folle e terribilmente produttivo per l’arte americana (ma non solo), che vede tra i suoi esponenti anche William S. Burroughs e Lawrence Ferlinghetti, quest’ultimo scomparso da poche settimane e che al tempo pubblicò con la sua casa editrice appunto Jack Kerouac. Difficile dire chi sia stato il nome di spicco del movimento, ma per quanto riguarda il romanzo simbolo molti critici optano per Sulla strada (On the road), del 1957.
La velocità, la furia, con periodi di stasi e calma catartica, è un ritmo che nel mondo della musica ha il corrispettivo nella canzone Heroin dei Velvet Underground, del 1967, appunto in piena Beat Generation. Il sottofondo musicale perfetto, che probabilmente sia Neal Cassady che Jack Kerouac hanno avuto modo di ascoltare, dato che sono morti tra il 1968 e il 1969, a 42 e 47 anni, a margine di una vita fatta di eccessi.
Neal Cassady è infatti una componente importante per Sulla strada: se Sal Paradise è il nome dietro cui si nasconde lo stesso autore della storia, Dean Moriarty è Cassady, suo grande amico e folle allo stesso modo. Le parti più belle, a mio avviso, sono quelle in cui Sal sembra più calmo, perché si avverte la voglia di tornare a fare pazzie anche mentre ascolta placido la partita alla radio. Il lettore sa che il viaggio descritto è infinito, e se non è su un’automobile a folle velocità, lo è nella mente di Sal Paradise.
Più che un romanzo, è un diario autobiografico, poiché è ben poco inventato: l’autore americano lo scrisse in circa tre settimane, basandosi su appunti di viaggio, su un rotolo che è stato battuto all’asta nel 2001 per una cifra superiore ai due milioni di dollari. Addirittura nella prima versione c’erano i nomi veri di tutti quelli con cui Jack/Sal interagisce, compreso il suo e quello di Cassady, ma l’editore gli consigliò caldamente di cambiarli. La leggenda inoltre vuole che Kerouac lo scrisse in 72 ore, ma è il lavoro I sotterranei del 1953 a detenere quel record.
Dopo un primo tentativo andato male (tra i nomi che avrebbero potuto coinvolgere, Marlon Brando), il libro divenne un film nel 2012, On the road, diretto da Walter Salles, con Sam Riley, Garrett Hedlund e un piccolo ruolo per Steve Buscemi, mentre ha un cast femminile d’eccezione: Kristen Stewart, Kirsten Dunst, Amy Adams ed Elisabeth Moss, tra le altre.
Non si contano ormai più le citazioni, come quella ne I Simpson: nonno Abe, in una delle puntate in cui si lascia andare ai ricordi, parla di quando «due simpatici ragazzi», Kerouac e Cassady, gli diedero un passaggio. Il primo, alla fine, gli affidò la versione temporanea (il rotolo) e quella definitiva, rivista e corretta, di Sulla strada. Quello che accadde lo si può vedere nel filmato, un momento di grande ilarità.
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