È uscito il nuovo singolo elettronico di Vera di Lecce, si intitola Shellbone ed è disponibile su tutte le piattaforme.
Credo che Vera Di Lecce sia una delle artiste più versatili che abbia avuto l’opportunità di ascoltare nel vivo nella vita. Figlia d’arte, rappresenta per me il connubio creativo perfetto tra vecchio e nuovo, tra diverse forme e contenuti musicali. La sua voce è un climax che riscalda, che emoziona, che si porta nel cuore per sempre.
Per questo sono assolutamente interessata, per quello che conta il mio parere, alla sua svolta elettronica, benché questo non sia il mio genere musicale preferito. Su queste pagine vi abbiamo parlato nei mesi scorsi di Painfall: oggi arriva Shellbone, disponibile su tutte le piattaforme e infatti mi sono precipitata su Spotify.
Prodotto da Vera Di Lecce, mixato e masterizzato da Paolo Panella e distribuito dall’etichetta americana Manimal Vinyl, Shellbone racconta dell’incontro con una divinità, attraverso il sogno. Dapprima veniamo travolti da un maestoso sintetizzatore, che quasi stordisce, e ci porta verso una formula magica incantatrice, di lingua ignota, forse pronunciata da un’entità e non da voce umana. La ritmica tribale sempre presente, si interrompe frenata da voce distorta e synth, che annientano e interrogano, osservano e afferrano, sostenuti da un coro inaspettato.
Questa volta, i tamburi e i colori percussivi creati da Vera sono cinesi, e non giapponesi come in Painfall. Lo schema di synth, percussioni e voci si ripete, ma diversamente intenso, ardente, come fiamme distorte nella notte, lame rosse, acute e penetranti, che fanno pensare ad un rito di iniziazione, scandito da una melodia graffiante e suadente che non lascia scampo.
Nel 2012 nasce il progetto Vera di Lecce, in cui l’artista inizia ad esprimere la sua creatività, plasmando una propria identità musicale. Dopo un primo periodo di concentrazione su una performance di live looping, la ricerca su voce e ambientazioni che oscillano tra Salento, Oriente e Nord Europa, prosegue in una direzione sempre più elettronica.
È da pochi anni che Vera ha iniziato a registrare e produrre i suoi brani autonomamente, suonando strumenti elettronici e Vst, e ricorrendo raramente al sampling. Ha sempre utilizzato la sua voce come strumento, in principio con i loop, per poi affinare la sua tecnica di performance live con pedali multieffetto e synths vocali, affiancandola a chitarre elettriche sempre più devote all’e-bow, e movimenti danzati.