Siccome maggio è il mese dei libri, voglio raccontare di due persone a me care che hanno a che fare con i libri: Marisa e la signorina Claudia.

Sul retro di questo spettacolare palazzo gentilizio, al mio paese c’era un tempo la biblioteca. La mamma iniziò a portarmici a 9 anni per le ricerche di scuola e anche per qualche “libro cuscinetto”, da leggere tra quelli d’infanzia tout court e quelli da adulti. Io sono sempre andata un po’ avanti coi libri, perché la mamma, consapevole di averlo fatto lei a sua volta, mi lasciava libera di scegliere quello che avrei voluto leggere.

Per la prima volta lì, conobbi Marisa, la burbera bibliotecaria. Con il tempo scoprii che Marisa, a differenza di quello che dicevano molti, era tutt’altro che burbera. Era solo una persona cui spesso venivano poste richieste inesatte, o addirittura assurde. Memorabile in tal senso: «Salve, devo fare una ricerca. Dovrei leggere qualcosa sulla rivoluzione francese… o magari su Napoleone!» Marisa inoltre dava di matto se, studiando in biblioteca, si teneva vicina una bottiglietta d’acqua, soprattutto se senza tappo. Immaginate cosa poteva accadere durante un ipotetico connubio tra bottiglietta d’acqua senza tappo e ultime copie al mondo superstiti di Tempo d’Oggi.

Quando divenni io bibliotecaria per un periodo, la capii ancora più profondamente, anche se forse feci ulteriori passi verso la misantropia. Perché per me i libri valgono più di alcune persone. In un libro puoi trovare risposte, ti ci può rifugiare, puoi riflettere, ti senti libera. Alcune persone creano fastidi, ansie inutili e creano problemi. Marisa invece un sacco di problemi li risolveva. Sapeva esattamente dove fosse un libro, senza bisogno di schedario.

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Prima di lei, la bibliotecaria era la signorina Claudia. L’ho conosciuta meglio dopo la mia laurea, quando sono andata qualche volta a parlare con lei per motivi di lavoro. La signorina Claudia era molto diversa da Marisa, anche se era stata, in qualche modo, la sua “insegnante”. Credo però che si trattava semplicemente di un cambio epocale: Claudia aveva vissuto in un mondo a suo modo rivoluzionario, aveva conosciuto la guerra e la ricostruzione, e poi le rivolte studentesche. Marisa invece di quelle rivolte molto probabilmente aveva fatto parte (generazionalmente parlando, ma non posso avere certezza del suo ruolo) e ho sempre pensato – ma non so se ho ragione – se vedesse con disillusione il nostro mondo distorto, illetterato e ignorante.

C’erano però delle caratteristiche che accomunavano queste due donne straordinarie. Una era l’onestà delle cose che non ti mandavano certo a dire, l’altra era il rigore, basato su cose diverse ma sempre rigore era, e infine l’amore per il proprio lavoro.

Quando fai la bibliotecaria passi un sacco di tempo tra i libri e ti viene voglia di leggerli tutti, indipendentemente dalla materia trattata – non crederete mai quanti libri ho letto su Scientology quando lo ero io. E finisci per avere una visione d’insieme che comprende lettura ma anche osservazione del presente. Perché dal mondo in cui un popolo legge si ha la misura del suo futuro. E la speranza che le cose vadano meglio. Sempre che questa speranza sia ben riposta.

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