Uno dei più grandi performer della storia, The Big Show, spesso elogiato per il modo di recitare, protagonista de lo Show di Big Show. Quale formula, almeno  sulla carta, può essere più vincente?

di Paolo Merenda

Che la Wwe, da oltre un decennio, non sia solo una compagnia di wrestling è sempre più evidente. I Wwe Studios si occupano di contenuti multimediali, ovvero documentari, film, con piccoli sforzi extra come il Boneyard Match dell’ultima edizione di Wrestlemania, un cortometraggio a tutti gli effetti. La prima stagione di Lo show di Big Show, prodotta con Netflix e distribuita dal colosso dell’intrattenimento (che, come disse un suo alto dirigente, ha nel sonno dei fruitori il più grande avversario), è stata rilasciata il 6 aprile ed è già nella top 10 delle serie più viste.

La produzione ha portato cambiamenti in corso d’opera: in origine erano previsti 10 episodi, poi ridotti a 8, tecnicamente 7 più una puntata pilota. I due creatori, Josh Bycer e Jason Berger, hanno quindi condensato al meglio, in circa 4 ore, meno di 30 minuti a episodio, le vicende. Se lo stesso nome della sit com suggerisce Paul Wight in arte Big Show come protagonista, puntata dopo puntata diventa sempre più chiaro che la protagonista sia in realtà Reylynn Caster, ovvero Lola, la figlia più grande di Big Show nata da una precedente relazione, che va a vivere a casa dell’attuale famiglia del wrestler gigante.

Devo dire che ho faticato un po’ a entrare nella storia, la fascia d’età a cui la serie tv si riferisce è molto giovane, quasi preadolescenziale, ma una volta che mi sono sintonizzato sulla loro lunghezza d’onda è stata soddisfacente e godibile.

Come detto Lola, Reylynn Caster (già ammirata in American Housewife) va a vivere in casa Wight, con il gigantesco padre, la matrigna Cassy (Allison Munn, che è già comparsa in That ’70s Show) e le due sorellastre Mandy, 11 anni (Lily Brooks O’Briant, già in The Tick) e J.J. di 8 anni (Juliet Donenfeld). Il personaggio intessuto attorno a Big Show mescola elementi reali e di finzione: Paul Wight è semiritirato dall’attività nel ring, e ha comunque un contratto con la Wwe che lo porta periodicamente in giro per il mondo, tra promozione eventi e progetti di altro genere. Nella sit com, è in pensione dopo aver guadagnato molti soldi con il wrestling, e in alcuni punti fa intuire di essere in rapporti non idilliaci con la Wwe. Alcuni particolari però sono reali, come disse in una vecchia intervista proprio Big Show: a scuola la figlioletta piccola diceva che suo padre fosse Paul Wight, senza dare ulteriori particolari. Quando alla giornata in cui i bambini dovevano portare un genitore a scuola, tutti scoprirono chi effettivamente era Paul Wight, la reazione comune fu: «Ma tuo padre è Big Show!”. L’episodio è stato appunto ripreso nella serie, seppur da un altro personaggio.

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Lola, la prima figlia che non ha mai vissuto appieno, irrompe nella loro famiglia e diventa l’ago della bilancia di ogni evento. La storyline di Mandy, che si candida come rappresentante degli studenti, parte dalla sua insofferenza a dover lasciare la propria stanza a colei che percepisce come estranea. La voglia di far valere le proprie ragioni la spinge appunto a fare qualcosa per la propria scuola. Il suo avversario sarà un ragazzo di nome Taylor Swift. Questo offre l’assist a battute immediate per la passione di Big Show nei confronti della cantante Taylor Swift, con reazioni sconsiderate ogni volta che la sorella nomina il suo avversario “politico”.

La serie vede un altro filone principale, cioè l’obiettivo di Cassy, la moglie, di vendere una casa infestata dagli spettri. Tutto va oltre la società per cui cerca di venderla, tanto da finire per mettersi in proprio dopo il licenziamento, ma avendo la vendita di quella casa come fine ultimo. Ci riuscirà, e questo le aprirà molte altre porte, alcune delle quali potrebbero essere esplorate in un’eventuale seconda stagione, che pare chiaro si farà se gli ascolti della prima saranno convincenti nel tempo.

Una nota a parte la merita la presenza di un personaggio ricorrente, Terence “Terry” Malick, amico di Big Show. Il ragazzo è interpretato da Jaleel White, che il mondo conosce come Steve Urkel di Otto sotto un tetto. Il tipo di scelta è eccellente, e già premiata nella serie Riverdale. Lì la commistione tra vecchie glorie e giovani leoni trova il suo apice, ma proporre un personaggio amato da generazioni in una sit com nel 2020 porta a una risposta immediata e a curiosità da parte del pubblico.

Big Show, come John Cena ma anche insospettabili (The Rock, che ha recitato nel film La fatina dei denti), hanno da sempre nelle corde l’intrattenimento per i più piccoli, caratteristica che va oltre il ring e che riguarda la sensibilità e la natura di ognuno. In particolare, da sempre Big Show è un pilastro delle iniziative benefiche della Wwe nei confronti delle fasce d’età più piccole. Non deve stupire che la risposta del pubblico, di porre la sua serie tv fra le più apprezzate, sia giunta in un tempo così piccolo.

Potrebbe aver aiutato anche qualche guest star, con il sesto episodio sugli scudi: Big Show porta la moglie a una crociera con evento di wrestling annesso, e sulla nave incontra Mick Foley, Mark Henry e Rikishi. I quattro danno vita ad alcune scene che hanno fatto aumentare non di poco il numero di visualizzazioni, grazie agli amanti del wrestling.

Ottima ricetta, dunque, e risultato nel breve termine assicurato. Basterà a creare una nuova serie evento? Questo potrà dircelo solo  il tempo.

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