Un paio di anni fa, mi sono ritrovata a scrivere un articolo su Le Livre Sans le Titre: nel 2019, Manni Editore l’ha tradotto in italiano – con tanto di illustrazioni – e l’ha consegnato al pubblico.
La masturbazione è stata un grande tabù nei secoli. Oggi forse resta tale confinata al solo universo femminile, all’interno del quale resistono purtroppo ancora molti pregiudizi. Fino al secolo scorso, le diverse narrazioni ci hanno mostrato come siano sempre esistite delle leggende metropolitane relative alla masturbazione – che i ragazzini raccontavano tra loro un po’ come accade in una backstory di Auguri professore, o che ancora resistono in un celebre dialogo tra Artemio e la sua mamma ne Il ragazzo di campagna.
Artemio: In città c’è movimento, ci son le luci, i grattacieli, c’è la musica. Le persone si incontrano, public relations. E poi ci sono i mestieri, ci si guadagna un sacco di soldi, ci son le professioni: self made man.
Mamma: Cosa vuol dire?
Artemio: Che mi faccio da solo!
Mamma: Non devi mica farti da solo. Ti fa male, poi ti vengono le occhiaie. Devi prendere moglie.
Al di là della scena con Renato Pozzetto che è sempre molto divertente, l’edizione italiana di Chi si tocca muore – con traduzione e cura di Piero Manni e prefazione di David Riondino – rappresenta uno scritto interessante, che contribuisce a conservare la memoria di una convinzione relativa all’autoerotismo.
Il volume non è solo senza titolo – Chi si tocca muore è stato quello attribuito in questa edizione italiana – ma anche senza autore, nel senso che l’autore è anonimo. Tratta della discesa verso la morte di un giovane dedito alla masturbazione, con tanto di illustrazioni, come accennavamo prima. All’inizio il giovane è bello, florido, l’orgoglio della sua mamma. Poi si ingobbisce, avverte dolori allo stomaco, gli occhi gli si arrossano, la stanchezza si impossessa del suo corpo, quindi arriva l’insonnia, gli cadono i denti, sputa sangue, gli cadono i capelli, ha forti nausee, vomita sangue, le pustole gli riempiono il corpo, la febbre lo consuma, il corpo si irrigidisce e alla fine il giovane muore a 17 anni tra tormenti orribili.
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Naturalmente, con tutto quello che sappiamo oggi, questi sintomi potrebbero essere riferiti a ben altre malattie e condizioni che non l’onanismo. Perché naturalmente di onanismo non si muore. Eppure il volume rappresenta in ogni caso un documento straordinario, perché ci permette di dare uno sguardo al passato – in questo caso al 1830 – quando i criteri medici erano ben diversi da quelli di oggi: basti pensare che solo una quindicina di anni più tardi Ignac Semmelweis sarebbe risalito all’importanza degli antisettici per combattere la febbre puerperale, cosa che non sarebbe neppure stata accettata immediatamente. Tanto che Semmelweis finì in manicomio e morì molto poco ironicamente di setticemia durante un intervento chirurgico.
Ma torniamo a Chi tocca muore. Ogni illustrazione è accompagnata dalla trattazione specifica di ognuno dei sintomi. Nel testo è contenuta una storia della masturbazione e di quello che ripenso rispetto a essa nei secoli: uno dei più bizzarri resta certamente quello di John Kellogg, che realizzò un alimento per la prima colazione, per contrastare le pulsioni sessuali che scaturivano dagli alimenti particolarmente dolci – se volete approfondire, c’è il biopic Morti di salute, in cui Kellogg è interpretato da sir Anthony Hopkins.
«Questo illuminante libello – scrive Riondino nella prefazione di Chi si tocca muore – vi farà ricordare alcuni momenti tra i più felici della vostra adolescenza (e non solo), e sorridere dell’equivoco in cui molti francesi caddero all’epoca (noi abbiamo quasi sempre evitato la trappola, frequentando più l’allegro Aretino che il torvo De Sade). E vi metterà davanti, Signori della Corte, a quello che senza incertezze io ritengo un caso poliziesco mai risolto, mai nemmeno annunciato: che ritirerà fuori molti scheletri dagli armadi, e rovescerà come un calzino la storia dell’amministrazione penitenziaria francese.»
Cosa c’entra l’autoerotismo con il carcere ottocentesco d’Oltralpe? Non vi resta che acquistare e leggere questo libro.