Ryan Murphy ci offre con Ratched un nuovo capolavoro: unico neo è il fatto che questa prima stagione non sia autoconclusiva in qualche modo.
Ratched è stato presentato dalla stampa come un telefilm basato sulla crudele infermiera di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Ma in realtà Ryan Murphy l’ha reso un’opera unica, seppur antologica e derivativa come gran parte dei suoi lavori da American Horror Story in poi. Per capire meglio, dobbiamo esplorare questa nuova serie Netflix in ogni suo aspetto. Dall’inizio.
E non si può partire dall’inizio senza parlare della sigla. Come sempre, Murphy ha scelto una sigla fortemente educativa, in cui ci viene mostrata una donna di spalle (che si suppone essere la protagonista) seguire un filo rosso. Non il metaforico fil rouge, proprio un filo rosso. Per seguirlo, questa donna attraversa vari scenari, finché non si trova faccia a faccia con un’altra donna, l’infermiera Ratched del titolo, che taglia il filo con un paio di forbici. Ed è difficile non farsi venire in mente il riferimento con le Parche, in particolare con Merope che taglia i fili della vita (ma su questo torneremo più avanti).
Partiamo dalle scenografie, che sono assolutamente immaginifiche. Quelle ambientate nella casa di cura del dottor Hannover sono in realtà opera della designer Dorothy Draper, che le ha realizzate nel 1939 per quello che oggi è un albergo che si trova in California. Le scenografie all’interno del motel ricordano invece American Horror Story: Hotel, mentre gli esterni… (sì, anche su quelli ci torniamo).
Il cast è favoloso. La protagonista è interpretata da Sarah Paulson, attrice feticcio nelle produzioni di Ryan Murphy, mentre il cast è completato da Cynthia Nixon, Jon Jon Briones, Charlie Carver, Judy Davis, Sharon Stone, Amanda Plummer, Brandon Flynn, Vincent D’Onofrio e Rosanna Arquette.
Qui ci sono spoiler, per cui se non avete terminato la visione non proseguite. Nella storia, Mildred Ratched è un’ex infermiera di guerra che cerca di entrare in una casa di cura per malati psichiatrici. In realtà non è un’infermiera, ma una volontaria che praticava l’eutanasia sui soldati feriti e senza speranza (da qui il riferimento a Merope). Il dottor Hannover che guida la struttura è ritenuto un luminare, ma in realtà Mildred non cerca un lavoro, sta solo provando a salvare la vita a Edmund Tolleson, che ha ucciso a sangue freddo alcuni sacerdoti cattolici. Edmund è una specie di fratello per Mildred: entrambi orfani, sono stati oggetto di svariati abusi fin dall’infanzia e si sono difesi l’un con l’altra. Ma tutto cambia quando Mildred trova l’amore e viene a patti con il suo orientamento sessuale (in un’epoca in cui le lesbiche rischiano di essere sottoposte a lobotomia) e al tempo stesso comprende di non poter salvare Edmund. In tutto questo, si svolgono varie storyline, soprattutto relative al personaggio di Mildred, ma anche del dottor Hannover, anche lui reduce da un passato piuttosto burrascoso.
La pellicola parla del modo in cui viene costruito un mostro. Sono gli altri che lo costruiscono, la società, proprio come per Twisty il Clown di Ahs, anche se pure in Ratched non mancano psicopatici puri, all’interno di una certa borghesia ricca e annoiata. È Ratched tuttavia il mostro supremo che anela alla felicità, che salva vite, aiuta il prossimo, ma forse lo condanna a un iniquo destino. E che rischia a sua volta di restare vittima delle proprie scelte.
Non va tralasciato il forte legame di quest’opera con i film di Alfred Hitchcock, dei quali vengono ripercorse inquadrature, colori, colonna sonora. E non mancano i riferimenti al Bates Motel, e sebbene non si trovi sul mare, come la struttura in cui soggiorna Mildred, questa richiama moltissimo il solitario albergo di Norman Bates, divenuto, decenni dopo, neanche a dirlo, protagonista di un’altra serie tv.
L’unico neo di questa serie è che termina con un cliffhanger, che lascia ben sperare in una seconda stagione. Ma di questi tempi non si sa se sia un bene. Purtroppo molte produzioni stanno venendo cancellate a causa del coronavirus, e non vorrei che anche questa subisca lo stesso destino, perché è davvero molto pregevole.