Tra i film di Natale per eccellenza, Una poltrona per due è un manifesto delle festività. Non a caso, il passaggio televisivo natalizio è d’obbligo.
di Paolo Merenda
Nell’approcciarmi a questo articolo mi sono chiesto: orbene, cosa c’è da dire su Una poltrona per due che si può condensare in un pezzo di qualche centinaio di parole, dato che sono stati scritti saggi sui film natalizi, come Mamma ho perso l’aereo, Il Grinch, Miracolo nella 34a strada, Nightmare Before Christmas, Edward mani di forbice e molti altri? E, soprattutto, che non sia già stato detto da altre voci più competenti della mia?
In pratica nulla, perché la magia di Una poltrona per due è ancora inspiegabile, a 37 anni di distanza dall’uscita, e alle porte di un Natale a dir poco atipico.
La trama la conosciamo tutti: Louis Winthorpe (Dan Aykroyd), navigato broker, ha uno scontro fortuito con Billie Ray Valentine (Eddie Murphy), senzatetto che si arrabatta come può e chiede l’elemosina, tra l’altro spacciandosi per veterano di guerra con le gambe amputate (che invece gli funzionano benissimo, tanto da correre via in vista di agenti in divisa). L’incontro viene notato da Randolph Duke (Ralph Bellamy) e Mortimer Duke (Don Ameche), i due datori di lavoro di Louis, che fanno una scommessa su come si possa elevare a broker il senzatetto e far diventare clochard il broker. Sulla strada verso la decadenza, dovuta a mosse senza scrupoli da parte dei fratelli Duke, l’aristocratico Louis incontra Ophelia (Jamie Lee Curtis), una prostituta che capisce che la storia dell’uomo è reale, e lo aiuta, con la complicità di Billie Ray, il nuovo broker a suo agio nel ruolo, a riprendere tutto l’impero, anche quello dei Duke.
Bello il finale, con una mossa del mercato azionario che ha addirittura dato il nome alla Eddie Murphy Rule nel 2010 (nome non ufficiale, ma ormai è conosciuta così), che porta a una vittoria totale dei buoni. Spesso nel cinema i buoni vincono, come affermò anche Stephen King nella prefazione di un suo romanzo riguardo le creazioni artistiche umane, ma il modo in cui accade è parte del successo, a mio avviso: non ci sono spiragli per il ritorno dei cattivi, non c’è un’ultima scena fumosa in cui il villain si rialza. Cosa che, invece, nella vita reale non succede quasi mai. Il relax dopo i titoli di coda si sposa come meglio non si potrebbe con il Natale, sarà quella parte della magia. Tuttavia in un film successivo di John Landis, Il principe cerca moglie, ci sarà una scena decisamente divertente e poetica con i Duke.
Grandi nomi nel cast: Dan Aykroyd, Eddie Murphy, Jamie Lee Curtis, Jim Belushi, tutti diretti dal regista John Landis, che ben conosce alcuni di loro. Parlo di Aykroyd e Belushi, in particolare: abbiamo detto che Una poltrona per due è di 37 anni fa, del 1983, ma nel 1980 era già uscito un altro film iconico, The Blues Brothers, con Aykroyd e Belushi. Non James, ma John Belushi, scomparso purtroppo a soli 33 anni, e fratello di James. Ma un altro sodalizio artistico nacque con questa pellicola, quello tra Landis e Murphy. Il regista lo ha diretto anche ne Il principe cerca moglie, del 1988, e Beverly Hills Cop III, del 1994. Amori, artistici, nuovi e rinnovati, tutti legati a Una poltrona per due. Anche questa potrebbe essere la magia.
Quindi, buona visione e buon Natale a tutti. Appuntamento alle 21,31 su Italia 1 (come ogni anno).
(La foto in evidenza potete capirla solo se avete visto il film).