Due secoli ben portati per Schiaccianoci e il re dei topi, il libro che ha forse lasciato il seguito maggiore nella produzione di E.T.A. Hoffman.
di Paolo Merenda
Vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, Ernst Theodor Amadeus Hoffmann ha dato alle stampe numerose opere dall’alto valore letterario, e inoltre in taluni casi è stato un precorritore dei tempi con racconti e storie senz’altro d’avanguardia. Ma forse l’opera che ha lasciato una maggiore eredità è Lo Schiaccianoci e il re dei topi, pubblicato per la prima volta nel 1816.
Il titolo vi può suggerire la prima e maggiore conseguenza artistica: il balletto portato in scena nel 1892 e da allora replicato in tutte le salse infinite volte, seppur dopo che Alexandre Dumas ebbe ripreso la storia di Hoffman realizzandone a sua volta un racconto. L’idea alla base, però, resta quella del libro di Hoffman stesso.
Ma l’opera del tedesco ha contribuito anche a diversi riadattamenti, uno dei quali è un libro per bambini, illustrato dall’argentina Valeria Docampo. Il testo è molto più breve e alcuni avvenimenti, come la parte onirica con lo scontro tra topi e soldatini, vengono accorpati per rendere il testo più veloce. Lo spirito di E.T.A. Hoffman rivive comunque nella storiella e anzi i magnifici disegni avvicinano i bambini di più fasce d’età, sin dai 3 anni, se viene letta dai genitori, ai 7 o 8 come uno dei primi libri affrontati dai pargoli stessi nella loro crescita.
Anche gli scontri sono stati ammorbiditi ed è stata posta maggiore importanza alla festa natalizia iniziale. Per chi non lo sapesse, la protagonista, una bambina, riceve in regalo un soldatino schiaccianoci dal padrino, che di mestiere fa il giocattolaio e di cui ogni anno a Natale attende con trepidazione la prossima meraviglia che le verrà donata. Nella notte di Natale, però, il soldatino prende vita e deve affrontare la temibile minaccia del re dei topi e il suo esercito, ma saprà far fronte al pericolo unendo le forze con gli altri soldatini.
Manca una spiegazione più composita sulla maledizione che ha colpito il giovane trasformato in soldatino schiaccianoci, ma trovo che come primo approccio ai classici, per i bimbi, sia più che sufficiente, anche perché i disegni fanno intuire che c’è altro dietro poiché il sapiente uso dei colori rimanda a mondi ancora da esplorare. Nel tratto e nell’uso delle sfumature mi ha ricordato C’era una volta, così curato nei disegni da non aver bisogno di testi.
È una lettura che formerà lo spirito critico dei più piccoli, donandogli i germogli per capire quali sono le cause per cui val la pena lottare.
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