Se io fossi un gatto, un volumetto su quali siano le priorità dell’avere un animale per casa, diventa un pretesto per dire anche che tutte le istanze vanno rispettate.
di Paolo Merenda
Su TheRoom abbiamo già parlato di un altro libro di Anna Llenas, Mi piaci (quasi sempre). Vi rimando a quell’articolo per leggere cosa penso di questa talentosa autrice per ragazzi, e alcuni accenni all’avventurosa vita che l’ha portata alla letteratura di settore. Ora voglio parlarvi di un suo ulteriore progetto, Se io fossi un gatto.
In realtà lei ne è solo l’illustratrice, mentre i testi sono di Paloma Sánchez Ibarzábal. La traduzione italiana per Gribaudo Edizioni (che ha portato sul suolo dello stivale nel 2018 il lavoro spagnolo del 2012), infine, è di Daniela Gamba, già autrice di libri per ragazzi. E proprio lei mi sembra essere il valore aggiunto della pubblicazione: nel riportare in italiano le poche frasi che accompagnano ogni pagina, non solo ha mantenuto la musicalità dello spagnolo, ma l’ha fatta sembrare una lunga poesia arricchita dalle nozioni di Ibarzábal su come tenere correttamente un gatto.
Il libro si snoda attraverso numerose situazioni, viste dal felino a cui la padroncina vuole veramente bene, ma che a volte non si rende conto di cosa sia meglio per un animale d’affezione, il quale cambierebbe volentieri alcune abitudini. Ad esempio, una doppia pagina splendidamente illustrata da Llenas con cartoncini ritagliati a formare un popoloso quartiere, recita:
«Se io fossi un gatto, non mi piacerebbe passare le vacanze sulla tua spiaggia preferita… meglio prendere il sole sopra i tetti».
Lo stesso vale per tutti gli altri esempi che, passo dopo passo, portano a far capire ai piccoli lettori che un animale domestico non è un oggetto da sfoggiare, ma un essere vivente che ha bisogno dei suoi spazi vitali. Non manca ovviamente il lieto fine, con l’amicizia che vince, un marchio di fabbrica di Anna Llenas.
«Se io fossi un gatto, c’è una cosa che non cambierebbe: sarei sempre tuo amico!»
L’artista nei disegni non si risparmia, come quando rappresenta l’albero su cui l’aspirante gatto si arrampica pur di non scalare una montagna con la padroncina. Con un meticoloso lavoro di colora, taglia e incolla, i rami e le foglie sembra un lavoretto fatto da bambini piccoli a scuola. È la mossa vincente di diverse pubblicazioni, porsi al loro livello per farsi capire, invece di forzarli mettendoli su un piano superiore di cui non hanno ancora completa dimestichezza.
In senso lato, serve ai pargoli non solo per comprendere i meccanismi di chi ha animali in giro per casa, ma anche il pensiero di tutto ciò che è diverso da sé e perché va rispettato. Una lezione di carattere sociale che può formare gli adulti di domani nel miglior modo possibile.
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