Il nuovo Papa, Giovanni Paolo III, viene eletto mentre il precedente, Pio XIII, è in coma irreversibile ma ancora vivo. Questo il tema portante di The New Pope.

di Paolo Merenda

Ho visto solo recentemente The New Pope. Un colpevole ritardo di un anno (la seconda stagione sul Papa secondo Paolo Sorrentino è infatti del 2020) che non mi ha impedito di coglierne La grande bellezza, per citare un’altra opera del suo creatore Paolo Sorrentino, quella che gli è valsa il premio Oscar. Oddio, forse “grande” è un’esagerazione, ma bella la serie tv lo è davvero, in particolare nelle ultime tre puntate, dalla settima alla nona. Anche se probabilmente non è all’altezza della prima stagione, The Young Pope. Ma andiamo con ordine, purtroppo non senza qualche spoiler.

Jude Law si dimostra il valore aggiunto alla base di un’idea che è vincente grazie alla presenza di due gregari d’eccezione nelle doti recitative, Cécile de France e Silvio Orlando. Nella prima stagione Lenny Belardo (Jude Law) diventa Pio XIII, un Papa manipolabile secondo il Segretario di Stato, Angelo Voiello (Silvio Orlando), e dopo un pontificato breve e controverso viene colto da un malore subito dopo essersi mostrato per la prima volta in pubblico, a Venezia. Lo troviamo, all’inizio della nuova stagione, in coma irreversibile (all’inizio di The New Pope un medico dice che allo stato attuale della medicina, e dopo tre trapianti di cuore falliti, non ci sono possibilità che si risvegli) e si scatena la lotta al trono più ambito della Chiesa cattolica. Voiello e altri hanno mire sul ruolo, ma nessuno ha i voti necessari al conclave e quindi viene eletto Sir John Brannox (John Malkovich) come Giovanni Paolo III dopo alcuni problemi non da poco per decidere a chi potrebbe appartenere il profilo migliore.

Brannox ha un passato difficile, ma anche, diciamolo, un presente altrettanto complicato, e diverse ombre lo accompagnano. Voiello, la responsabile di marketing e comunicazione della Santa Sede Sofia Doubois (Cécile de France) e il monsignor Gutierrez (Javier Cámara) cercano di aiutarlo, ma tutto precipita quando papa Pio XIII si risveglia, all’inizio della settima puntata, mettendolo ulteriormente in ombra.

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Il risveglio (lo stesso medico che l’aveva dato per spacciato dice al personaggio interpretato da Jude Law che è risorto dalla morte, non ci sono spiegazioni scientifiche) è anticipato da un conto alla rovescia piuttosto particolare, ma Paolo Sorrentino sa giocare bene con lo spettatore: non credo sia un caso che le prime sei puntate, con quello che chiamo Papa Lenny in coma, il ritmo sia piuttosto lento, mentre da quando si risveglia, il ritmo cresce e cresce, per concludere in tre puntate ogni storyline. Qualcosa si perde per la strada, ma è una piccola percentuale: Sorrentino risolve il cubo di Rubik che lui stesso ha mischiato per dieci puntate della prima stagione e sei della seconda, in sole tre puntate e muovendo le mani talmente veloci da non farcele vedere.

Capitolo a parte, i gradevoli cameo di Marilyn Manson e Sharon Stone, che aprono a domande interessanti le quali trovano risposta nel corso della puntata. Non delle apparizioni fini a se stesse, insomma.

La retorica, quello è vero, non manca, ma se è solo questo il dazio da pagare, ben vengano nuove produzioni e nuovi film del regista napoletano che a suo tempo ha firmato anche la preziosa pellicola Il divo.

Ciò che colpisce sono i continui rimandi, le continue citazioni o probabili tali. In ogni sequenza e in ogni inquadratura di The New Pope riusciamo a scorgere la mano e la testa di un altro regista, di un altro direttore della fotografia del passato. Non sappiamo dire se si tratta di un divertissement, di un gioco, oppure si tratta semplicemente di una coincidenza e quindi la citazione è solo nell’occhio di chi guarda. Resta comunque una seconda stagione sottotono rispetto alla prima: The Young Pope era inoltre una novità assoluta tra le serie tv, mentre The New Pope appare mancante di qualcosa, come se ci sia stata qualche defaillance qui e là, che tuttavia lascia comunque un retrogusto gradevole.

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