È presto per dare giudizi complessivi, ma ho visto i primi due episodi di American Horror Stories e questo è quello che ho trovato.
Le serie antologiche hanno un limite: presentano storie eclettiche, con personaggi sempre diversi, e quindi non è detto che ogni stagione sia apprezzata da tutti in ogni singola puntata. Da piccola ho visto Freddy’s Nightmare e ovviamente Ai confini della realtà (l’episodio con Christopher Lloyd professore senza testa me lo ricordo ancora). Uno dei ricordi che ho di queste due serie è che alcune puntate non mi sono piaciute. Altre invece sì. Quando con alcuni ho parlato di American Horror Story, mi è stato detto che alcune stagioni erano state apprezzate e altre no. Diciamo che per me, con l’eccezione di Roanoke che proprio non ho capito, le altre si lasciavano guardare tutte. Per cui mi sono accostata senza pregiudizi ad American Horror Stories, spin off con puntate monotematiche o giù di lì.
O giù di lì perché i primi due episodi raccontano una stessa storia. Non li ho apprezzati come ho apprezzato la serie principale, ma li ho trovati insolitamente ipnotici, non so se per spirito di collezionismo o altro. I primi due episodi di American Horror Stories sono ambientati infatti in una location molto nota ai fan di Ahs: la Murder House. Ci sono inoltre riferimenti al Freak Show della quarta stagione – ma chiaramente non può essere lo stesso, perché lo spin off è ambientato nella contemporaneità, in cui gli spettacoli di fenomeni da baraccone sono banditi e comunque il Freak Show della serie principale era a Jupiter, in Florida, non a Los Angeles dove c’è la Murder House.
Nel cast si è sfoderata la presenza di due figlie d’arte, Paris Jackson (che ha 23 anni e non 16, per cui è un po’ bizzarra nei panni di un’adolescente mean girl) e Kaia Gerber (che quanto meno è ancora una teenager), figlie rispettivamente di Michael Jackson e Cindy Crawford. Mancano gli attori feticcio di Ahs, con l’eccezione di Matt Bomer, però ci sono vari ganci con la prima stagione di Ahs: i gemelli fantasma figli di Constance Langdon, Taddeus ovviamente nello scantinato, una delle infermiere uccise negli anni ’60, il completino fetish della morte e Twisted Nerve in alcuni momenti clou. Non ci sono però i personaggi che forse speravamo di ritrovare, ossia i fantasmi di Violet e Tate per esempio, Charles e Nora Montgomery, e ovviamente Moira e Marcy. Non mi sono mai piaciuti gli Harmon, ma immagino che qualcuno se li aspettasse, e no, non c’erano neppure loro.
Sicuramente vedrò tutta la serie e non solo per darle una seconda (e forse anche più) possibilità. Sono abbastanza curiosa perché l’intero cast è bello folto e sicuramente tornerà in scena Naomi Grossman, non sappiamo se come Pepper o come la satanista di Apocalypse, o con un nuovo personaggio. Fatto sta che l’attrice ha postato che si stesse preparando al suo personaggio guardando Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato: possibile che ci sarà una puntata ispirata a questo film?
In conclusione: American Horror Stories non mi ha entusiasmata, ma vale comunque la pena di vederla, anche solo per sapere come vanno a finire alcune storyline mai chiuse di Ahs.