La nostra percezione musicale cambia, com’è ovvio, in base alla formazione, alla cultura e all’età.

di Paolo Merenda

Ad esempio, a me capita di pensare ogni singola volta con stupore che Hybrid Theory, primo fantastico album dei Linkin Park, sia del 2000. Questo perché il singolo In The End lo ascoltai a bordo di una piscina in Sardegna e, pur già conoscendolo, fu allora che la voce del compianto Chester Bennington mi colpì. E non mi capacito che siano passati 22 anni, più di metà della mia vita, da allora.

Ma alcuni compleanni riguardano album ben più celebrati e “vecchi”. Artisti come i Rolling Stones e Alice Cooper, ancora in attività, hanno pubblicato lavori discografici nel 1972, 50 anni fa. Mezzo secolo e oltre di presenza nel mondo musicale, che già da sé è un piccolo miracolo, ma ancor maggiore se si pensa alla condotta che molti rocker avevano negli anni ’70, col classico trittico sesso, droga e rock & roll. Gli stessi Steven Tyler e Joe Perry, componenti del gruppo Aerosmith che nel 2023 festeggeranno 50 anni dal primo album omonimo del 1973, sono conosciuti come Toxic Twins, per il loro uso smodato di alcol e droghe appunto negli anni ’70.

Ma senza spostarci dal 1972, già i titoli e gli artisti che spengono 50 candeline artistiche sono tantissimi e di spessore. Esploreremo questo incredibile anno attraverso cinque esempi, già sapendo di fare un torto ad alcuni dei tanti artisti lasciati fuori (come i Pink Floyd, i Deep Purple, i Beach Boys o Neil Young), ma se li nominassimo tutti faremmo un torto a voi lettori che non avete un giorno intero per leggere l’articolo.

Abbiamo parlato dei Rolling Stones, che nel 1972 uscirono con Exile on Main St., non l’album d’esordio ma già il quattordicesimo in studio (insignito del disco di platino e del settimo posto nella classifica dei 500 migliori album di tutti i tempi) del gruppo fondato nel 1964 da Mick Jagger, Keith Richards e Brian Jones (che nel 1969 era venuto a mancare, a 27 anni, entrando di diritto nel triste Club 27). Al tempo, le sonorità blues non avevano ancora lasciato spazio al rock più “recente”, e il chitarrista Mick Taylor non aveva ancora lasciato spazio a sua volta a Ronnie Wood, dal 1974 nei Rolling Stones, ma oltre a Jagger e Richards c’era già lo storico Charlie Watts.

Alice Cooper, come detto, nel 1972 pubblicò un lavoro discografico che ha compiuto 50 anni: parliamo del quinto album del Godfather of Shock Rock, School’s Out, con l’omonimo, indimenticabile pezzo contenuto all’interno. L’inossidabile Alice Cooper non si è fermato fin dal 1969, anno del suo esordio, tanto che appena un anno fa ha pubblicato il ventottesimo album in studio (Detroit Stories), trentesimo se si considera il progetto collettivo Hollywood Vampires.

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E come non parlare di Lou Reed e della pietra miliare Transformer? Il secondo album solista del cantante scomparso nel 2013 (e che poco prima io stesso avevo seguito dal vivo in uno dei suoi ultimi concerti) venne pubblicato nel 1972 grazie alla RCA, che volle tra i produttori David Bowie, a 25 anni già estremamente visionario e carismatico. Il capolavoro di Lou Reed risente dell’eco della Factory di Andy Warhol, specialmente nel pezzo Walk on the Wild Side, che descrive in pratica quanto vissuto da Reed stesso nella Factory. Ma in Transformer ci sono altri pezzi storici, come Vicious, Satellite of Love e Perfect Day, pezzo portante del film Trainspotting.

Rimanendo nell’ambito David Bowie, anche il Duca Bianco nel 1972, poco prima di produrre Transformer, pubblicò un lavoro solista sempre per la RCA, The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (conosciuto anche col titolo Ziggy Stardust). Uno dei primi concept album della storia, e trentacinquesimo nella classifica dei 500 migliori album di tutti i tempi, segna la nascita del personaggio di Ziggy Stardust, disegnato anche grazie ai suggerimenti di Lou Reed ma portato avanti da Bowie che lo fece diventare quasi tangibile. E il disco? Contiene, oltre appunto alla canzone Ziggy Stardust, Rock ‘n’ Roll Suicide e Starman, solo per nominare tre pezzi che hanno segnato l’incredibile carriera di David Bowie, cantante e attore nella serie tv Twin Peaks.

Per finire, Sir Elton John, che nel 1972 lanciò il settimo album della sua carriera, Honky Château, che contiene una certa Rocket Man, il cui titolo completo è Rocket Man (I Think It’s Going To Be A Long, Long Time). Se il traino giunto fino a noi è appunto Rocket Man, da non sottovalutare Honky Cat, altro pezzo che i fan di Elton John ricordano e cantano con piacere ancora adesso nei suoi concerti, a 50 anni di distanza. Perché la buona musica è immortale, ma anche i grandi artisti a volte sembrano esserlo, per la fortuna loro e di chi li segue da decenni.

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