Uno dei fenomeni più interessanti di alcuni teen drama è questo: ritrovare da adulti attori e attici che abbiamo visto da giovani e giovanissimi in altri teen drama o film.
L’esempio più eclatante di questo revival di attori ex adolescenti o molto giovani che abbiamo in diverse serie televisive e film in passato è decisamente eclatante in Riverdale. I genitori dei protagonisti adolescenti sono o sono stati Madchen Amick – che fu Shelley Johnson in Twin Peaks – Luke Perry – indimenticabile Dylan McKay in Beverly Hills90210 – e Skeet Ulrich – che era nel cast di Scream, il film, e Giovani Streghe. Nella terza stagione c’è una new entry notevole, non nel ruolo di genitore ma in quello di preside, e cioè Kerr Smith, che era nel cast del primo Final Destination, ma soprattutto è stato Jack McPhee in Dawson’s Creek. Nella terza stagione di Riverdale è presente anche un altro attore che fu personaggio ricorrente in Dawson’s Creek e cioè Chad Michael Murray, che era Charlie, interesse sentimentale prima di Jean Lindley e poi di Joey Potter.
Anche in Tredici il fenomeno si ripete, anche se in modo meno evidente. Nel cast, tra i personaggi più o meno ricorrenti, ci sono Brenda Strong (che interpretò un piccolo personaggio significativo in Twin Peaks) e che qui è la mamma di Bryce Walker, o Meredith Monroe, “madre” di Alex Stendall ed ex interprete di Andy McPhee in Dawson’s Creek. In Le terrificanti avventure di Sabrina, una delle zie della protagonista è invece Miranda Otto, una delle donne protagoniste della trilogia de Il Signore degli Anelli.
La questione dei personaggi-genitori famosi è stata utilizzata per la primissima volta in maniera massiva in How I Met Your Mother. I genitori di Ted sono rispettivamente Christine Rose, già “madre” di Mike Hannigan/Paul Rudd in Friends, e nientepopodimenoche Michael Gross, il “papà” di Casa Keaton. Meno celebri sono i genitori di Marshall, forse perché introdotti già nella prima stagione. In compenso i genitori di Lily sono Meagen Fay (che aveva un piccolo ruolo in Malcolm in the Middle) e Chris Elliott, uno dei più noti caratteristi americani contemporanei. I fantastici genitori di Barney sono interpretati invece da Frances Conroy (anche lei “madre” in Six Feet Under) e John Litgow, altro grandissimo caratterista. In un episodio, con quest’ultimo, c’è un inside joke non da poco: fintosi ubriaco, Litgow se la prende con un misterioso reverendo del Midwest, che altri non è che il personaggio che interpretò lui stesso in Footloose. I miei preferiti sono però i genitori di Robin, e cioè Tracey Ullman (anche lei caratterista ma soprattutto protagonista nel fantastico Ti amerò fino ad ammazzarti) e Ray Wise. Quest’ultimo è probabilmente uno dei “padri” più celebri della tv statunitense. Sostituì in un recast Eric Braden, che scomparve prematuramente, e Wise diede quindi uno spessore diverso a un padre che doveva essere terrificante. Gli è venuto facile, in fondo Wise era stato in precedenza arcigno principale di Pacey Witter in Dawson’s Creek, suocero di Ken Cosgrove in Mad Men, ma soprattutto padre di Laura Palmer in Twin Peaks.
UPDATE: rivedendo questo articolo pubblicato, mi sono ricordata che anche tre degli attori protagonisti di Himym sono stati adolescenti celebri in serie cult passate alla storia per un motivo o per un altro, per poi ritrarre la soglia dell’età adulta proprio in quella serie: Neil Patrick Harris era Doogie Howser, Alyson Hannigan era Willow Rosenberg in Buffy l’Ammazzavampiri, mentre Jason Segel era Nick Andopolis in Freaks and Geeks. [fine dell’update]
La ragione del fenomeno io credo che sia nel fatto che le persone quando guardano una serie tv cerchino rassicurazioni. Dopo una lunga giornata di lavoro, ci si sistema sulla propria piattaforma streaming preferita e si fa un po’ di binge watching. Rivedere volti noti, che si sono amati, può aiutare. Ma probabilmente non è solo questo. Il caso di Riverdale è emblematico, perché la serie si rivolge a un pubblico di giovanissimi ma anche a un pubblico colto di quarantenni e cinquantenni che amano il cinema. Tempo fa intervistavo un regista italiano e ci siamo ritrovati a parlare di quanto lo spettatore oggi sia più consapevole che un tempo. Probabilmente è un uroboro: vengono create serie di qualità perché lo spettatore è più consapevole, ma al tempo stesso lo spettatore è più consapevole perché guarda serie tv di qualità.