Per la regia di Sam Raimi, il film The Gift è un’intricata storia a metà tra il genere drammatico e il thriller soprannaturale.

di Paolo Merenda

Trovo che sia sempre difficile mischiare il genere drammatico e quello soprannaturale nella stessa pellicola (i precedenti sono moltissimi, per cui la difficoltà sta nel trovare qualcosa che risulti davvero originale), ma The Gift ci riesce con una trama degna di questo nome e l’intervento di un regista che non ha certo bisogno di presentazioni, Sam Raimi. Come non ne ha il cast, tra Cate Blanchett, Keanu Reeves, Katie Holmes, Giovanni Ribisi, Hilary Swank e molti altri.

La base è molto valida in tal senso: una donna che per tirare avanti e crescere tre figli piccoli, dopo la morte del marito, legge le carte e fa da chiaroveggente per la piccola comunità locale. La storia familiare di Annie Wilson (quasi omonima di Annie Wilkes, una splendida Kathy Bates in Misery non deve morire, e anche tra Cate e Kathy non è che ci sia grande differenza, ma le somiglianze si esauriscono qui) si fa spazio e coinvolge numerosi altri membri del luogo. A partire da Donnie Barksdale (un Keanu Reeves sempre a suo agio nel ruolo del villain), marito violento di Valerie, usuale frequentatrice di casa Wilson per farsi leggere le carte e predire il futuro, con l’uomo che accusa la vedova di metterle la moglie contro. La morte di una ragazza, Jessica, interpretata da una Katie Holmes al tempo alle prese con Dawson’s Creek (il telefilm è stato realizzato dal 1998 al 2003, mentre il film è del 2000), fa “saltare il banco” e porta a galla tutte le situazioni poco chiare del paese. Buddy Cole (Giovanni Ribisi), un ragazzo alle prese con problemi mentali, grande amico della famiglia Wilson, si rivela l’ago della bilancia in una storia intricata, nel corso della quale Annie dimostra di avere davvero poteri paranormali.

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Non mancano scene più oniriche e soprannaturali, ma la base potrebbe essere racchiusa in una domanda: quali segreti nasconde una comunità autosufficiente e quindi chiusa? È lo stesso quesito alla base di due produzioni di successo, anche se in modo diverso: parliamo di Twin Peaks e Dark. La lezione del primo (Dark è arrivato molto dopo) sembra essere stata recepita da Sam Raimi e dagli sceneggiatori Tom Epperton e Billy Tom Thornton, con un contributo di tutto rispetto.

Tradimenti, violenze domestiche, difficoltà ad arrivare come si suol dire alla fine del mese, in una base man mano più paranormale (non vi spoilero il finale, ovviamente, ma lo capirete quando lo vedrete). Un’ottima ricetta, che addirittura lascia spazio, come il pizzico di pepe per dar sapore, a qualche spunto divertente che fa abbassare la guardia in vista del colpo preciso al mento.

Consigliato? Certo, anche se amate solo il genere thriller e non anche quello soprannaturale.

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