Se a volte l’idea di uno sceneggiatore è ispirata da fatti reali, altre volte è la realtà a prendere spunto dai film. Fortuna e voglia di osare hanno portato a risultati senza precedenti.

di Paolo Merenda

In un articolo precedente, vi ho parlato di come diversi lavori cinematografici hanno preso spunto da storie vere, e già lì tra la bambola Annabelle e Jordan Belfort è difficile dire quale sia quella meno verosimile ma che, invece, ha una base fortemente reale. Ci sono inoltre i casi opposti, ovvero quando l’idea di una pellicola di ampia distribuzione solletica la mente dei creativi, che tentano di portare qualcosa dallo schermo alla vita di tutti i giorni. Diverse invenzioni scientifiche di cui beneficia sempre più gente sono nate così, in effetti, il che ci porta al primo caso.

Le scarpe autoallaccianti
In realtà la trilogia Ritorno al futuro di Robert Zemeckis, iniziata nel 1985, ha dato il gancio per molte invenzioni, ad esempio lo skate che si libra a mezz’aria, senza ruote (che si chiama hoverboard). Ma, per quanto l’hoverboard, in commercio già da anni, sembra ancora perfettibile, non è ciò che a parer mio è l’eredità maggiore. Le scarpe autoallaccianti di Marty McFly, ruolo interpretato da Michael J. Fox, sono state messe in vendita nel 2011, dalla Nike, e di nuovo qualche anno dopo. Giusto pochi esemplari il cui ricavato è andato alla Michael J. Fox Foundation, che sostiene la ricerca contro il Parkinson, malattia con cui lotta da anni lo stesso attore. Per chi le possiede, si può dire che sia doppiamente fortunato: ha un oggetto iconico tratto da film altrettanto iconici, e in più facendo beneficenza.

Le protesi artificiali
La saga di Guerre stellari o Star Wars che dir si voglia è partita nel 1977 per mano di George Lucas e, con il nono capitolo del 2019, J. J. Abrams dietro la macchina da presa, ha raggiunto la ragguardevole età di 42 anni. Dopo 9 film, mai dire mai, il franchise potrebbe tornare con un decimo capitolo, ma quello che interessa a noi è il secondo, L’impero colpisce ancora. È il famoso episodio del 1980, giudicato tra i migliori lavori del settore mai realizzati, vincitore di due premi Oscar e 4 Saturn Award (prestigiosissimo riconoscimento per fantascienza, horror e fantasy) con l’oscuro Dart Fener, o Darth Vader, che rivela a Luke Skywalker di essere suo padre. Nello scontro gli taglia una mano con la spada laser e a Luke viene successivamente impiantata una protesi che simula in toto l’avambraccio umano. Ebbene, dal 1980 a oggi le protesi hanno fatto passi da gigante e, collegandosi ai muscoli esistenti, simulano sempre meglio i movimenti dati dal cervello ai muscoli vivi, e da lì ai sensori che regolano la parte che sostituisce l’arto umano. Le coperture ormai sono provviste persino di peli e impronte digitali, seppur standardizzate, per un effetto via via più reale. E l’idea di base pare essere venuta proprio dal film.

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La bomba atomica
Questa volta, il passaggio è da romanzo a realtà, ma l’autore de La liberazione del mondo, H. G. Wells, ha una lunga storia d’amore con il cinema. Nel libro pubblicato nel 1914 (e scritto un anno prima) era presente appunto il concetto di bomba atomica. Adesso, sebbene gli studi in merito fossero già iniziati, il materiale radioattivo sembrava davvero instabile, impossibile da plasmare per farlo esplodere a comando. Invece, tra Albert Einstein ed Enrico Fermi, l’ordigno negli anni ‘40 fu non solo perfezionato, ma anche usato su Hiroshima e Nagasaki. Wells ci vide lungo, e aggiungo purtroppo.

Le videochiamate
Non è un caso se spesso i grandi nomi abbiano dato spunto a invenzioni reali o, come in altri casi, siano riusciti a intuire cosa sarebbe successo. Il genio che risponde al nome di Fritz Lang, autore di grandi film sia muti che sonori (uno dei maestri assoluti alla regia e tra quelli che hanno retto meglio il passaggio muto-sonoro), nel 1927 creò il manifesto distopico Metropolis, a cui molte pellicole moderne dello stesso genere devono molto. Questa pellicola, seppur del muto, non lesinava particolari di spessore, come le videochiamate. Ebbene, se il prototipo di videochiamata ci fu già negli anni ‘30, la larga diffusione è molto recente, cioè quasi 100 anni dopo. Un secolo prima, Fritz Lang aveva previsto il corso della scienza. Ecco perché è importante leggere i classici distopici o vedere serie tv come Black Mirror.

La Coppa Cobram
Chiudiamo con una parentesi più leggera e legata al Belpaese. Dal 1980 al 2014 il passo può essere breve, se viene fatto da Fantozzi contro tutti alla prima edizione della Coppa Cobram, nella finzione una corsa ciclistica durissima presentata nel corso della terza pellicola sul ragionier Ugo Fantozzi. L’idea di Mauro Bresciani, che ha preso bellamente spunto dai film, adorando tutto ciò che gira intorno all’universo Fantozzi e Paolo Villaggio in generale, dai libri alle pellicole, fu di portare a Desenzano una corsa ciclistica del tutto amatoriale, che da allora ha cadenza annuale e vede solo persone alle prime armi sul sellino. Si è interrotta nel 2020 per la questione Covid, ma siamo sicuri che i ciclisti torneranno ad affrontare il terribile curvone (presente sul serio nella corsa di Desenzano).

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