Otto episodi per sviscerare, in chiave fantascientifica, l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, mentre era presidente degli Stati Uniti.
di Paolo Merenda
Tra i libri recenti di Stephen King (l’autore americano ha esordito col botto nel 1974, dando alle stampe Carrie, quindi un romanzo del 2011 è tutto sommato recente), 22/11/63 è giudicato dai fan come il migliore. La cosa mi trova d’accordo, sia per gusti meramente personali che per l’oggettiva bellezza della storia, che miscela trame d’amore ad altre di intrighi politici e viaggi nel tempo. Un pot pourri delizioso che, dall’alto delle sue oltre 750 pagine, non poteva essere racchiuso in un solo film da due ore. E dire che Jonathan Demme (regista de Il silenzio degli innocenti) ci aveva provato, ancor prima che venisse pubblicata la storia su un insegnante che, usando un varco temporale dislocato in un anonimo punto della Terra, prova a evitare l’omicidio di John Fitzgerald Kennedy, il presidente americano ucciso nel 1963 a Dallas.
Non ci riuscì, ma prima di morire nel 2017 fece forse in tempo a vedere la miniserie televisiva, di otto episodi, realizzata da J.J. Abrams nel 2016, con lo stesso Stephen King come produttore e James Franco nel ruolo del protagonista Jake Epping.
La serie tv è stata la scelta giusta, troppe troppe cose erano presenti nel libro e come la storia insegna andavano messe tutte. Mi riferisco alla miniserie di 4 puntate del 1994 su un altro romanzo del Re del brivido, L’ombra dello scorpione del 1978, basata su un libro di oltre 900 pagine con scrittura minuta: ebbene, nonostante le quattro puntate, tante sottotrame vennero sacrificate perché non poteva andarci tutto.
22.11.63 miniserie, dicevamo, è stato l’abito giusto. Otto puntate in cui ogni cosa è stata sviscerata, e con un cast completo e di qualità: oltre a James Franco, George MacKay (Pride e 1917 tra i suoi lavori), Sarah Gadon, Chris Cooper (vincitore del premio Oscar nel 2003), Lucy Fry e seppur in un piccolo ruolo Annette O’Toole, che nel 1990 aveva già recitato in un’altra miniserie targata King, It (la versione con Tim Curry come clown assassino). I viaggi nel tempo che Jake Epping compie sono diversi, e da ognuno capisce qualcosa in più rispetto al precedente. La lezione più grossa, però, la impara quando davvero riesce a evitare l’omicidio del presidente.
Sono otto puntate che scorrono veloci grazie alle storie parallele, come quella in cui il protagonista si innamora di una ragazza del passato, un amore impossibile contro cui lotterà per non perdere di vista l’obiettivo finale. Ma, si sa, il cuore vince, e allo spettatore non resta altro che accomodarsi e vedere cosa J.J. Abrams ha in serbo. Ed è un gran bel prodotto televisivo.