L’isola di Corfù è, per la storia e le dominazioni avute, un mix unico di cultura in Europa.

di Paolo Merenda

Quando si viaggia all’estero, il rischio è non sapere dove guardare. Le guide turistiche, in caso di viaggio organizzato, ovviano al problema, ma quando la vacanza si organizza da sé non si può fare molto per evitare rischi di questo genere, tranne visitare qualche sito adatto o, meglio ancora, chiedere alle persone giuste.

Grazie a quest’ultimo caso (un amico di origine greca), quando sono andato a Corfù, la più vicina delle isole elleniche rispetto all’Italia, sapevo già dove andare, e ho potuto visitare bene la zona tra siti archeologici e storici, e altri più mondani, oltre ovviamente al mare spettacolare che offre.

Giusto una nota sul viaggio: la nave parte di sera e arriva di mattina, circa 7 ore in cui non avrete voglia di dormire. Se, parlando di Ischia, ho scritto che il viaggio in nave è unico tra i mezzi di locomozione perché è già vacanza, figuratevi 7 ore notturne sul ponte a chiacchierare e cercare di vedere più cose possibile in mare e scoprire le luci della terraferma in lontananza prima degli altri.

Data la conformazione di Corfù, mai come in questo caso conviene affittare una casa, come ho fatto io, non sulla costa: non tanto per il prezzo, che può sì aumentare, ma con la crisi storica che attanaglia la Grecia i prezzi si mantengono contenuti. Il problema è che si resta confinati in uno o due posti poco distanti. Invece, se si affitta una casa a due chilometri dal mare (nel nostro caso, Paleokastritsa), non solo nei giorni in cui ci si vuole muovere di meno c’è sempre un luogo incantevole in cui fare un tuffo e prendere la tintarella al sole, ma quando si ha voglia di macinare qualche chilometro c’è mezza isola tra cui scegliere: Kassiopi, Sidari e Ypsos sono tra le spiagge in cui siamo stati, con quest’ultima sugli scudi per il richiamo di turisti e per il modo in cui si presenta. Ha un tocco cosmopolita e turistico nel senso stretto del termine, ma mantiene le tradizioni greche nella musica che si sente in bar e locali e in particolari che si rivelano in giro.

Una delle cose più interessanti è l’escursione in nave che da Kassiopi porta a Saranda, in Albania (davvero vicino, dalla spiaggia si vede bene la costa albanese). Dura un solo giorno, da mattina a sera, e permette in una sola vacanza, nemmeno troppo dispendiosa, di conoscere due culture: la greca e l’albanese.

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Ma se, a proposito di cultura, non siete mossi solo dalla bellezza assoluta del mare greco, appena nell’entroterra vi sono diversi siti archeologici o storici: Corfù ha vissuto diverse dominazioni, dalla veneziana, alla napoletana, a quella francese e così via. Molti sono i reperti tenuti in buone condizioni, come il Kaiser Throne o Pelekas: piccoli siti, non all’altezza di borghi come Castelmezzano, Viterbo, Matera o Alberobello, ma degni di essere visitati. In alternativa, il monastero di Paleokastritsa, con una parte visitabile per i turisti, un tripudio di colori tra le piante piene di fiori e la pittura usata per le mura, oltre a numerosi gatti, onnipresenti sull’isola. Si può dare un’occhiata perfino a qualche stanza interna, certo adibita a uso e consumo del turista, ma con la vera cultura del posto.

E come comportarsi a tavola? Qui occorre una precisazione, data la mole di ristoranti greci in giro per l’Italia. La cucina greca che potete assaggiare qui tiene conto che determinati gusti potrebbero non piacere agli italiani, e quindi l’unico modo per mangiare vera cucina greca è in Grecia. Faccio un esempio: la tzatziki, salsa a base di yogurt magro e cetrioli, con aggiunta di aglio, in Italia prevede molto meno aglio rispetto alla ricetta originale del paese d’origine. Quindi, in Grecia affronterete sapori coraggiosi, che però personalmente ho adorato, come il souvlaki nella pita greca, la moussakà, lo spetzofai e la pastitsada, che sembravano cugini di primo grado degli stessi piatti assaggiati in Italia.

E non dimenticate di prendere qualche souvenir prima di tornare: vi resterà nel cuore in ogni caso.

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