L’apporto dello scrittore Stephen King non si limita al cinema, ma anche alle canzoni ispirate ai suoi romanzi.
di Paolo Merenda
Nel giorno del suo settantatreesimo compleanno (è nato difatti il 21 settembre 1947) vogliamo festeggiare Stephen King con un pezzo che celebra non lui o i suoi romanzi, che hanno venduto mezzo miliardo di copie in tutto il mondo, ma un aspetto particolare della sua produzione.
Molti di voi sapranno che i racconti o i romanzi di Stephen King vengono trasformati assai spesso in film o serie tv, ma forse vi giungerà nuovo sapere che quasi altrettanto spesso vengono trasformati in canzoni. E non di ragazzi alle prime armi (con tutto il rispetto, dato che anche i Rolling Stones sono stati ragazzi alle prime armi prima di diventare tra i gruppi musicali più famosi della storia), ma di gruppi affermati, e pietre miliari a loro volta.
Prenderemo in esame, basandoci sul nostro puro gusto personale, quattro pezzi incisi da nomi di primo livello nella scena musicale presente o passata.
Il primo, e forse più rappresentativo, è Pet Sematary dei Ramones, canzone che trae spunto dall’omonimo romanzo del 1983. Nel libro c’è un cimitero degli animali, un Pet Cemetery, la cui pronuncia rimanda al titolo del libro, in cui gli animali che vi vengono seppelliti tornano in vita. E se ci venisse seppellito un umano? Domanda retorica, altrimenti non sarebbe un libro horror (da cui è stato tratto un bel film, Cimitero vivente).
I Ramones vedono questa scelta come negativa, e nel testo dicono appunto: «I don’t want to be buried in a pet cemetery, I don’t want to live my life again», cioè «Non voglio essere seppellito nel cimitero degli animali, non voglio vivere la mia vita di nuovo». La canzone fu creata nel 1989 da Dee Dee Ramone e gli altri, in parte, direttamente a casa di Stephen King, dato che il pezzo nasce come parte della colonna sonora del film, uscito lo stesso anno.
Il secondo caso di cui vogliamo occuparci rimanda a Carrie, di cui ci siamo occupati recentemente: gli Europe nel 1986, 12 anni dopo il romanzo e 10 anni dopo il film di Brian De Palma, lanciarono la canzone che portava lo stesso titolo. Non parliamo di un pezzo minore, ma di una delle loro più significative, e giudicata anche la diciottesima miglior ballad della storia della musica. I versi ripercorrono con un bel tocco di poesia le vicende di Carrie White, e la musica lenta e rilassante fa il resto.
Avete mai visto una macchina che si muove da sola in qualche serie tv o qualche film? Ebbene, come succede ad esempio in Futurama di Matt Groening, il robot Bender che si tramuta in macchina assassina è ben ispirata da Christine, romanzo di Stephen King del 1983. I Motörhead, capitanati dal carismatico Lemmy Kilmister, ne hanno tratta una canzone, dal titolo omonimo, nel 2006, che parla di una ragazza che si muove come un serpente a sonagli fatto di lamette da barba. Una chiara immagine allegorica che rimanda alla Plymouth Fury del ’57 al centro della storia scritta da King. Un paio di curiosità sono però legate al libro, più che alla canzone. Record per l’epoca, romanzo e film uscirono lo stesso anno, e per il maestro John Carpenter alla regia. In pratica, nemmeno il tempo di farlo arrivare sugli scaffali che venne notato dallo staff di John Carpenter, uno dei registi horror più iconici di sempre. Però, altra curiosità, a King il libro non piacque un granché, ma non si fece problemi a incassarne i proventi, come ammise lui stesso. A noi il libro è piaciuto, quindi va benissimo così.
Quarto e ultimo caso, Pennywise. Sì, il nome del clown in It, romanzo che non ha bisogno di presentazioni. Ma dove si trova la canzone Pennywise, del 1991? Nell’album Pennywise, il primo del gruppo punk Pennywise. Sì, It (e Stephen King) hanno dato il nome a un gruppo musicale di fama internazionale, che ha per ora 12 album all’attivo, spalmati tra il 1991 e il 2018. Prolifici come lo scrittore da cui hanno preso ispirazione, per la gioia dei fan.